Verso lo sciopero nazionale delle donne

di RedQ

 

Il 22 settembre 2018 oltre 20’000 persone sono sfilate per le strade di Berna per la grande manifestazione a difesa della parità salariale e per i diritti delle donne.

Si è trattato certamente di una delle più belle e partecipate manifestazioni degli ultimi anni.

 

Davvero impressionante la partecipazione dei giovani e la determinazione e l’energia che hanno accompagnato tutto il corteo che si è riversato in una Piazza Federale straripante di persone. In marcia verso la parità, in marcia verso quella che sarà probabilmente la più grande mobilitazione sociale del 2019, lo sciopero nazionale delle donne.

 

Il Parlamento ha nel frattempo discusso la revisione della legge sulla parità. Una revisione davvero minimalista che impedirà di fare dei passi concreti verso la realizzazione della parità in questo paese. Non sono infatti previste sanzioni per quelle aziende che non procedono all’analisi della parità, la legge resterà in vigore solo per 12 anni e la stessa si applica unicamente a quelle imprese che impiegano più di 100 dipendenti, ovvero meno dell’1% di tutte le aziende presenti in Svizzera.

 

Un vero schiaffo per tutte le donne che da decenni attendono segnali tangibili dalla politica per realizzare finalmente un principio sacrosanto come quello della parità. Una decisione quella del Parlamento, appiattito sulle posizioni delle lobby economiche, che evidenzia la distanza del Palazzo dalle problematiche che vive la popolazione.

 

Non è possibile tergiversare oltre. A 37 anni dall’introduzione del principio della parità nella Costituzione federale, a 22 dall’entrata in vigore della legge sulla parità è ora di passare dalle parole ai fatti. Le donne guadagnano oggi in media quasi il 20% in meno degli uomini, sono particolarmente penalizzate da contratti precari e hanno rendite pensionistiche molto basse. Diamo i numeri: una donna percepisce rispetto ad un uomo 3 franchi in meno all’ora, 590 franchi in meno al mese, 7’000 franchi in meno all’anno e 303’000 nell’intera vita professionale. Una situazione che urla vendetta al cielo!

 

E in questo contesto il Parlamento fa melina ed il padronato, calpestando la dignità delle donne fa di tutto per ostacolare la realizzazione della parità, adducendo considerazioni risibili quanto offensive. Come il fatto che i controlli nelle aziende sarebbero inefficaci o che le aziende sarebbero confrontate all’aumento dell’onere burocratico. Semplicemente sconcertante.

 

Come ben sappiamo i diritti non discendono dal cielo e come ci insegna la storia bisogna lottare per conquistarli. Per questo motivo, per contrastare l’assoluto immobilismo della classe politica e del padronato su un dossier centrale per l’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori e che rappresenta un vero problema di società, è stato deciso di indire un nuovo sciopero nazionale delle donne il prossimo 14 giugno 2019. Il successo registrato dalla manifestazione del 22 settembre ne rappresenta il suo trampolino di lancio ideale. In marcia verso la parità, in marcia verso i diritti, in marcia verso lo sciopero nazionale delle donne. Unite e uniti ce la faremo.

 

 

 

 

 

Quaderno 18 / Novembre 2018