Un NO forte e chiaro contro la RFFA

di Enrico Borelli

 

Come era facilmente prevedibile il Parlamento federale, purtroppo con il decisivo sostegno del Partito socialista svizzero ha approvato la RFFA. Una riforma che combina il pacchetto fiscale (con nuovi e significativi sgravi concessi alle aziende e ai loro azionisti e che riprende il modello della Riforma delle imprese III bocciata in votazione popolare nel 2017) con un finanziamento supplementare all’AVS.

 

Uno scambio, un “deal” quello tra sgravi fiscali e contributo per l’AVS che non può essere accettato anche perché i lavoratori non solo non beneficeranno di nessun aumento delle rendite AVS, ma anche perché saranno chiamati a finanziare questo contributo, e dietro l’angolo resta sul tappeto la proposta di aumentare l’età pensionabile delle donne a 65 anni (progetto AVS 21).

 

Una nitida fotografia dell’impatto di questa controriforma era stata pubblicata lo scorso 10 agosto dal Forum di politica economica svizzera che aveva reso pubblico una ricerca che indicava chiaramente quali classi sociali avrebbero tratto profitto da questa riforma: un’economia domestica del 10% più ricco della popolazione trae un beneficio 17 volte superiore rispetto alle altre fasce di popolazioni. Ricchi sempre più ricchi, ceto medio e salariati invece sempre più in affanno. Basterebbe questo dato per smascherare il carattere antisociale della RFFA.

 

Una vasta coalizione di forze ha deciso sabato 6 ottobre di promuovere il referendum contro un progetto di chiaro stampo liberista. Tra queste anche il Forum Alternativo che ha aderito sia al comitato referendario nazionale che a quello cantonale. Tra le principali organizzazioni che animeranno la raccolta firme vi sono i Verdi e la loro sezione giovanile, il Partito svizzero del lavoro, solidaritéS. Ma al comitato hanno aderito tutta una serie di forze associative e della sinistra tra cui la Gioventù socialista (Juso). Il progetto è osteggiato anche dalle principali organizzazioni sindacali del paese quali Unia e VPOD le cui istanze, con una chiara maggioranza, si sono schierate per il no alla RFFA.

 

 

Malgrado la RFFA contenga degli aspetti interessanti, come il finanziamento supplementare di 2 miliardi per l’AVS, il progetto nel suo insieme va respinto senza se e senza ma. Innanzitutto perché le politiche di defiscalizzazione sono oggi uno dei principali vettori che hanno favorito la crescita delle diseguaglianze sociali e la concentrazione della ricchezza. In un contesto come quello attuale, caratterizzato dall’emersione di crescenti sacche di povertà, privare lo Stato di ingenti risorse finanziarie (si ipotizza che gli sgravi a favore della società si attesteranno a circa 3 miliardi di franchi!) appare decisamente irresponsabile. Inoltre questa controriforma si inserisce in un disegno molto più ampio che prevede nuovi e importanti sgravi anche sul piano cantonale.

 

Ne sappiamo qualcosa in Ticino dove negli scorsi mesi ci eravamo battuti contro la riforma fisco-“sociale” che ci aveva visto soccombere per meno di 200 voti di differenza, e dove il ministro delle economia Christian Vitta ha già annunciato per il 2019 nuovi sgravi.

 

È necessario pertanto costruire una chiara e coerente politica di opposizione nei confronti di questi progetti. In caso contrario sarà difficile frenare queste controriforme che portano un attacco frontale al servizio pubblico e alle politiche sociali e che attaccano le condizioni e la qualità di vita dei salariati e dei cittadini.

 

 

Ma vi è anche un elemento che investe la libera e democratica espressione del voto da parte dei cittadini che dovrebbe indurre chiaramente a bocciare sul nascere queste proposte. Come già capitato con la riforma cantonale fisco-“sociale”, per accrescere le possibilità di accettazione popolare i progetti di sgravi fiscali a favore dei ricchi e delle grandi società vengono artificialmente collegati a misure pseudosociali. Come detto ciò impedisce la libera espressione del voto e sottopone i cittadini ad un subdolo quanto inaccettabile ricatto. Vergognoso soprattutto in una fase come quella attuale dove purtroppo cresce la povertà, il disagio e l’emarginazione sociale. Interventi a favore della socialità, delle pensioni, contro l’emarginazione vanno sostenuti e concretizzati per garantire i diritti e contrastare disagio e povertà. Questo è quello che dovrebbe fare una classe politica che ha a cuore le condizioni di vita della popolazione.

 

Subordinare queste politiche a nuovi e importanti sgravi fiscali a favore di chi non ne ha bisogno non è solo ingiusto ma serve a perpetuare una situazione che vede accrescere il divario sociale tra le classi dominanti ed il resto della popolazione. E pensare che sono proprio queste politiche, che creano le condizioni quadro, di drammi umani e sociali come quelli recentemente emersi nella palazzina di Pregassona dove una famiglia con bambini è stata trovata a vivere in condizioni di assoluta indigenza e gravissimo degrado. È necessario rafforzare l’azione sociale e non privare lo Stato delle risorse per farvi fronte!

 

ForumAlternativo unitamente alle altre forze della sinistra darà il proprio contributo per contrastare questa controriforma favorevole alle grandi aziende e alla classi dominanti, e che in caso di sua accettazione, rafforzerà il perpetuarsi di politiche liberiste che hanno impoverito in questi ultimi 30 anni la nostra società. Per finire registriamo con tristezza la posizione del Partito socialista che ancora una volta accodandosi alle forze borghesi sostiene questa controriforma, facendo una scelta di campo contraria agli interessi dei lavoratori e della stragrande maggioranza della popolazione. Davvero incomprensibile.

 

 

 

 

 

Quaderno 18 / Novembre 2018