di Loris Campetti
Caserma Italia si scatena e dà il peggio di sé. In testa ai protagonisti del turpiloquio c’è rigorosamente Salvini che, grazie alla valanga di odio di classe e di razza e alle volgarità vomitate in nome del popolo, sbaraglia l’M5S che ha perso il 7-8% nei sondaggi e raccoglie consensi salendo dal 17% di marzo al 33%.
Ai bambini il gladiatore razzista chiede se si sono rotti le palle, la Fornero la manda affanculo, ai giovani dei centri sociali dà delle zecche, a ogni critico urla me ne frego, insulta l’Ue e la magistratura. Di Maio arranca al seguito senza capire che a vincere è l’originale, e dai microfoni delle tv polemizza con il suo amico-nemico con un “inceneritori una beneamata ceppa”; il lombardo gli risponde “li faremo anche senza ceppa”. In soccorso del leader M5S ulula dal Nicaragua Di Battista contro quelle “puttane” dei giornalisti.
Al linguaggio seguono gli atti concreti di questa “politica”. Licenziato Luigi Manconi, storico difensore dei deboli, a capo della commissione Senato per i diritti umani ora c’è la leghista Stefania Pucciarelli, quella che nei social invoca le ruspe contro i rom e mette il like a chi ha scritto “darei un forno” a rom e migranti che chiedono un alloggio. Il lupo a guardia del gregge. Dice che si impegnerà «nella difesa dei cristiani», notoriamente perseguitati in Italia. Per concludere questa rassegna horror, l’emendamento per distribuire gratuitamente i profilattici ai giovani presentato dal M5S e subito ritirato per l’opposizione xenofoba della Lega che non vuole darli ai rifugiati politici e agli immigrati regolari.
Se ci limitassimo a stare alla politique politicienne, guardando al razzismo e al 60% del consenso raccolto dal governo che lo cavalca, oppure al Pd impegnato ad autoaffondarsi nella lotta intestina e contagioso verso le forze (debolezze) alla sua sinistra (si è scissa Leu e si è scisso pure Potere al popolo), non resterebbe che scappare in macchina a Chiasso per salvare l’anima, prima ancora che i quattro soldi messi da parte e minacciati dalle politiche del governo. Per fortuna in Italia c’è dell’altro. Prima timidi e poi sempre più convinti i movimenti sociali si oppongono alla notte del Paese contrapponendo al sonno della ragione la mobilitazione.
Le piazze tornano a riempirsi offrendo e chiedendo solidarietà. Ai migranti innanzitutto, che rappresentano oggi il termometro delle democrazie italiana ed europea; dunque a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che ha costruito un modello di accoglienza contagioso capace di salvare indigeni e migranti, insieme a paesi spopolati dall’emigrazione dei poveri. Un esempio di integrazione e interrelazione positiva nel regno della criminalità e della miseria calabrese, che gli è valso prima la galera poi l’esilio per presunta violazione di regole burocratiche nel favorire il ricongiungimento familiare dei migranti, e infine la cancellazione della legge che consentiva l’accoglienza in tutto il Paese.
Dal sindaco di Milano al consiglio comunale di Parigi la solidarietà a Mimmo è il prodotto di una straordinaria mobilitazione di massa che ha portato a Roma quasi centomila persone e tante altre in tutte le città. Un movimento cresciuto nel web, nei centri sociali (le “zecche”), tra gli studenti in lotta contro la scuola classista a loro volta in 70 piazze nel “No Salvini day”, le donne di “Non una di meno” che non danno tregua al maschilismo di governo scatenato contro l’autodeterminazione della donna, l’aborto, il divorzio, i diversi orientamenti sessuali e l’insieme delle conquiste sociali dei decenni scorsi.
Movimenti privi di sponde politiche che non rinunciano a far politica. Con una novità positiva, rappresentata dalla Cgil che potrebbe tornare a essere punto di riferimento di tutti i soggetti colpiti dalla crisi e avviare una riunificazione del lavoro frantumato in mille rivoli che si vorrebbero in guerra tra loro. L’esito del Congresso nazionale a gennaio, che vede candidato alla segreteria (per ora unico) Maurizio Landini, potrebbe concretizzare questa scelta. Infine, va segnalato un altro tentativo, questa volta sul versante politico, di ricostruire un progetto alternativo tanto al populismo sovranista quanto al neoliberismo: il sindaco di Napoli De Magistris ci sta provando in vista delle elezioni europee. Per riuscire nell’impresa dovrà evitare ammucchiate di resistenti divisi e sconfitti e puntare sulle forze positive che si muovono nella società.
Tratto da areaonline.ch