Di facce, corpi e sicurezze

di EoloVive

 

“È un corpo che cambia. Si evolve. Si perfeziona in piena sincronia con il Potere che rappresenta. Da incerto e balbettante, si fa preciso e dettagliato. Da goffo e impacciato, diventa incarnazione villosa del buon ufficio svizzero” . (da frecciaspezzata.noblogs.org Un cittadino al di sopra di ogni sospetto.)

 

Quella durante la serata al Palapenz di Chiasso, offuscata dall‘interruzione di coloro che contestavano il nuovo centro federale per migranti e le politiche razziste del cantone – espressione cupa, preoccupata, vendicativa – con quella falsamente sorridente e sbeffeggiante, in risposta a uno striscione di contestazione della curva nord del Lugano.

 

La chiara metamorfosi di un personaggio, ondeggiante dal grezzo bifolco con neppure troppo velate simpatie fascistoidi, al rassicurante soldato-imprenditore che si preoccupa della sicurezza dei cari concittadini e delle care concittadine: al soldato-contadino della vecchia società disciplinare, si è sostituito il soldato-imprenditore dell’attuale società del controllo. Uno sbirro impresario, in grado di capitalizzare le narrazioni costruite attorno agli estremismi da combattere, alle radicalizzazioni da reprimere e alle minacce da scongiurare. Il volto politico di un vero e proprio business securitario.

 

Alla base della redditizia macchina acchiappavoti, come sempre, il mantra della sicurezza che, unito a una nuova immagine pulita e non più balbuziente, crea consensi nelle genti. Ma il lupo è sempre lì in agguato. Prima promuove e giustifica l’avanzamento di un agente dalle dichiarate simpatie filofasciste. Poi lo si rivede abbracciato al sindaco di Lugano Borradori e al presidente della regione Lombardia Attilio “troppi immigrati a rischio la razza bianca” Fontana, con l’amico di vecchia data, il camerata e già missino e ordinovista (quelli delle bombe a piazza Fontana) Andra Mascetti, già accusato di filofascismo con la sua fondazione Terra Insubre (presieduta a suo tempo anche da Gobbi). Per poi lodare, in un recente articolo, l’incontro con il generale francese Bruno Le Ray, tralasciando evidentemente tutto il passato coloniale e i massacri dell’esercito francese in Africa e nel Sud-Est Asiatico o le attuali ingerenze coloniali e imperialiste dello Stato francese in Africa.


Ma neppure sul fronte sportivo ci sono buone nuove. La crociata contro il tifo organizzato, in particolar modo contro la curva sud di Ambrì, non si arresta: 25 le diffide da lui emanate e firmate dal comandante Decio Cavallini. Venticinque divieti – citando il comunicato GBB uscito per l’occasione – e relativi processi (a cui vanno sommate le probabili conseguenze lavorative e famigliari), di cui poco importa se responsabili o meno dei fatti, ma la cui fondamentale importanza sta nell’infondere un castigo esemplare e ben vendibile, così da colmare le mancanze, le omissioni e gli “errori”. D’altronde – si chiedono gli ultras biancoblu - perché aver aspettato 7 mesi prima di intimarle? Perché aver permesso ai supposti pericolosi estremisti di frequentare le piste in assoluta libertà per vari mesi? O perché orchestrare un’esemplare quanto “normale” operazione antiterrorismo alle 6.30 del mattino lasciando poi totale libertà ai 25 di frequentare le piste? (…)

 

Parlare in questo caso di controsenso o d’incapacità sarebbe il minimo, sennonché qui ci troviamo di fronte ad una vera e propria maniera d’agire subdola, infame e meschina che testimonia quanto quest’operazione sia stata astutamente montata e provocata. E poco o nulla serve poi la più recente giustificazione di Cavallini nel quale afferma che notiamo anche noi la discrepanza esistente fra le sanzioni di polizia, decise in base al principio della proporzionalità, e quelle emesse dalla Lega svizzera di hockey le quali sovente superano di più del doppio le nostre. Come a dire che forse avevano ragione quelli/e che contestavano l’operativo decisamente spropositato in quanto a nessun tifoso la polizia ticinese ha dato divieti di perimetro di tre anni.

 

Quello dell’autoritarismo totalitario del feldmaresciallo è ormai un dubbio che in pochi/e coltivano ancora. Ciò che invece preoccupa è il suo agire impune e la legittimità indisturbata che gli viene concessa. Ancora troppo pochi sono gli attacchi diretti. Uno dei quali, apparso sulla Regione e firmato Andrea Ghiringhelli che, senza mezze parole, lo tratta (e tutti quelli come lui di una lunga lista, dai Quadri ai Ghiringhelli, dalle Pantani agli Stefano Piazza, dai Robbiani ai Marchesi) da imbecille e cretino, là dove, nella nutrita combriccola dei populisti della nuova destra a prevalere è il cretino: quelli che invocano i fili spinati e le frontiere, quelli che gli immigrati minacciano i nostri caratteri etnici e le nostre identità, quelli che se manca lavoro e c’è la povertà la colpa è degli stranieri, quelli che applaudono il razzismo istituzionale promosso da Salvini ma ritengono inutile la commissione contro il razzismo perché il razzismo non c’è, quelli che “i negher coi negher” perché “la nostra razza bianca deve continuare a esistere”, quelli che bisogna insegnare l’inno patrio e la civica ma il capitolo sui diritti umanitari è da espungere, quelli che il popolo ha sempre ragione e gli altri sono nemici, quelli che la memoria della storia non serve, quelli che il fascismo è un’invenzione della sinistra.

 

Tristi verità che non sembrano preoccupare più di quel tanto, nonostante colui - le cui collusioni e gli ammiccamenti con il fascismo siano stati ampiamente documentati (vedi dossier “L’era del cinghiale nero”) - continui a godere della piena legittimità pubblica. Per dire... quando vedremo qualcuno/a che si rifiuterà di stringergli la mano? Gli negherà un intervento? Lo accompagnerà alla porta? Lo prenderà pubblicamente a male parole? Che francamente altro non sarebbe che il minimo si possa riservare a coloro che fanno della razza bianca, dell’esclusione e del terrore la loro politica.

 

Probabilmente non basterà indignarci. Altri/e in tutto il mondo già ci hanno provato, con scarsi risultati, anni fa. No, probabilmente, di fronte a tutti questi nuovi attacchi, occorrerà sapersi difendere, organizzarsi, controbattere e soprattutto smettere di accettare in silenzio che tali personaggi riempiano con i loro ingombranti, consunti e appiccicosi corpi (agopunturati o meno), il vuoto che ci circonda. E che sempre più spesso quelle facce possano apparire cupe e preoccupate.

 

 

 

 

 

Quaderno 18 / Novembre 2018