di RedQ
Corrado Barenco, da tutti conosciuto come il Baco, ci ha lasciato il 13 dicembre, dopo più di tre anni di una lotta, portata avanti con grande coraggio e dignità, contro la malattia. Come lui stesso scrive nel testo pubblicato qui sotto, messaggio da lui preparato e che è stato letto quale suo “testamento” dalla moglie Prisca alla cerimonia funebre, durante quegli anni si è letteralmente “aggrappato alla vita”.
E’ con grande piacere che vi do il benvenuto a questa manifestazione laica per il mio abbandono alla vita. E’ con un largo sorriso che guardo gli amici di tutta la vita, gli ex colleghi della RSI e del DFE, gli amici di Soccorso Operaio, dell’ACeBe, dell’Associazione Svizzera Cuba, ma anche verso gli immancabili curiosi venuti solo per verificare se ci fosse molta gente. E’ con gratitudine che guardo ai parenti, agli ammirevoli Prisca, Ivo e Fabio. Grazie a tutti. Mi sento di dire che in questi 70 anni mi sono fatto ispirare da un principio per me irrinunciabile: quello della coerenza che ho portato avanti anche durante questi anni di malattia aggrappandomi alla vita importante non tanto per me ma per chi, condividendo molte cose con me, pensava che fosse giusto sostenermi. Coerenza nei principi, della giustizia dapprima, nell’informazione giusta per far capire il contesto delle decisioni che venivano prese, nella difesa dei più deboli, nella critica senza compromessi a chi questi principi li maltrattava per interessi personalizzi , di parte che mai hanno fatto parte del mio bagaglio culturale. E’ questo il messaggio che vorrei lasciare nella speranza che ci sia sempre qualcuno che possa dare continuità a tutto questo come lo si é fatto a Cuba con una società che mette l’uomo e non il soldo al suo centro nella convinzione che solo con una solida cultura, anche politica, si possa tendere a una società il più giusta possibile.
Hasta la victoria siempre.
Questo messaggio postumo è molto tipico per il Baco: senza tanti fronzoli ideologici, ricorda le idee che hanno ispirato la sua vita, e cioè coerenza nei principi, rappresentati dal senso di giustizia, dalla ricerca di un’informazione corretta, dalla difesa dei più deboli e dalla critica senza compromessi di chi tradisce questi principi per interessi personali.
Tutti lo ricordiamo come un brillante giornalista, che da Palazzo Federale sapeva rendere comprensibili a tutti gli arcani della politica nazionale, senza mai ricorrere a giri di parole politichesi. Molti di noi l’hanno incontrato regolarmente alla buvette della Valascia, sugli spalti dello stadio calcistico di Bellinzona, in un’infinità di dibattiti e manifestazioni dedicate soprattutto all’America Latina ed in particolare a Cuba. Pur sapendo essere anche critico, Baco amava appassionatamente l’isola caraibica, dove era stato ripetutamente anche durante la malattia, l’ultima volta poche settimane prima di lasciarci. Nel suo messaggio postumo ci spiega anche il perché di questo Amie: “una società che pone l’uomo e non il soldo al suo centro”.
Questo era il modo tipico del Baco di essere dalla parte del giusto: semplicemente, senza fronzoli o voli pindarici ideologici, ma con molta umanità e profondo senso della giustizia.
Baco: ci mancherai tanto. E mancherai a tanti, come dimostrato dal commovente minuto di silenzio che la Valascia ti ha tributato prima dell’inizio della partita Ambrì-Berna.
Ciao.
Quaderno 19 / Gennaio 2019