Il Parlamento cantonale scrive una delle pagine più vergognose della sua storia

Movimento per il socialismo

 

È finita come era facile immaginare la vicenda dei rimborsi spesa del Consiglio di Stato. Dopo la sceneggiata dello scorso mese di dicembre (finita in parità), ecco la decisione finale odierna che conclude tutta la discussione con un nulla di fatto.

I consiglieri di Stato non solo non saranno obbligati (come chiedeva l’MPS con la sua domanda di restituzione) a restituire quando indebitamente percepito negli ultimi anni; ma non saranno nemmeno “invitati “a restituire poco (come indicava un primo rapporto) o un po’ di più (come indicava il secondo rapporto).

 

Niente di niente: è così (in modo grottesco) che termina la vicenda dei rimborsi spesa, una vicenda che, giustamente, ha indignato la popolazione ticinese. L’MPS non è troppo sorpreso per questa conclusione: conosce bene che la sudditanza del Gran Consiglio nei confronti del governo, così come la volontà di autodifesa della casta e dei suoi privilegi (usiamo questo termine che non ci piace, ma che in questo frangente ci pare cada a proposito).

 

Anche per questo ci eravamo rivolti alla magistratura, coscienti dei ristretti limiti esistenti a livello parlamentare. L’MPS tuttavia non demorderà nella sua denuncia. Come noto vi è ancora pendente un’altra domanda di restituzione, relativa ai privilegi pensionistici illegali dei membri del governo: questione che abbiamo pure sottoposto all’attenzione del Procuratore Generale e sulla quale il Gran Consiglio si dovrà imperativamente pronunciare entro il mese di aprile.