VENEZUELA: Trump torna alla politica delle cannoniere

di Red

 

La tensione continua a crescere in e attorno al Venezuela, soprattutto dopo che Trump ha scelto come responsabile della sua strategia venezuelana addirittura Abrams, ...

... famigerato personaggio condannato nel 1991 per il suo ruolo nel Iran-Contragate (poi graziato da Bush) e che per anni ha coperto, talora organizzato, i massacri perpetrati in Guatemala (250.000 morti), El Salvador e Nicaragua.

 

Se vogliamo però capire quanto sta capitando dobbiamo fare qualche passo indietro. All'inizio di questo secolo Washington, impegolata nelle fallimentari guerre irachene e afgana, per un po' si è poco interessata all'America Latina, ciò che ha permesso un'ondata di vittorie progressiste. Allarmati da questa perdita di controllo, gli Stati Uniti già sotto l'ultimo Obama son passati alla controffensiva, inanellando dapprima alcuni colpi di stato poco violenti (Honduras, Paraguay): quest'offensiva di destra è poi culminata nel colpo di stato strisciante in Brasile.

 

Ma al centro dell'interesse statunitense c'è sempre stato il Venezuela che ha le riserve petrolifere più grandi al mondo. Da diversi anni Washington sta tessendo una ragnatela antichavista, che va dalle numerose basi militari create tutt'attorno, alle sanzioni economiche sempre più devastanti.

 

Se è vero che il governo di Maduro ha commesso parecchi errori nella sua politica economica, è però altrettanto vero che l'attuale crisi economica, oltre che dalla drammatica caduta del prezzo del petrolio, è stata fortemente peggiorata dal sabotaggio interno, dalle sanzioni economiche e dal clima di violenza istaurato dall'opposizione sin dalla prima elezione di Maduro a Presidente, elezione perfettamente trasparente ma mai riconosciuta (su istigazione statunitense?) dai rappresentanti della vecchia oligarchia.

 

Ogni apertura al dialogo tentato, anche su consiglio del Vaticano, da Maduro è sempre stato sabotato. Ora siamo arrivati alla farsesca proclamazione a Presidente di Gaidó, personaggio sconosciuto sino a poche settimane fà: riconosciuto però, con relativa grancassa mediatica nel giro di qualche minuto da Trump e Bolsonaro.

 

Contrariamente a quanto continua a riferire la RSI, la maggioranza degli Stati latino-americani non l'ha però riconosciuto ed in particolare il Messico capeggia gli Stati che continuano a sostenere Maduro contro un putsch totalmente incostituzionale. Mentre servilmente l'UE, terrorizzata dalle minacciate sanzioni economiche di Trump, sta ora facendo la voce grossa contro il legittimo Presidente della Repubblica Venezuelana.

 

Il pericolo di una guerra civile, aizzata dalle infiltrazioni militari al confine con la Colombia o addirittura di un intervento militare yankee (pianificato già da un pezzo) è molto elevato. Il Vaticano ed il Presidente messicano Lopez Obrador si stanno dannando per favorire la ripresa del dialogo tra governo ed opposizione in Venezuela.

 

 

Ma è poco probabile che Trump, uscito sconfitto dallo Shut down e che può sperare nella rielezione solo scatenando un'ondata nazionalista, sia accessibile ad argomenti razionali.

 

Come ha ripetutamente detto Chomsky, Trump è attualmente l'uomo più pericoloso al mondo.