A tutto gas verso lo sciopero delle donne del 14 giugno 2019

di Red

 

Continuano a progredire le diseguaglianze salariali. Le donne percepiscono il 19.6% in meno rispetto agli uomini. Nel 42.9% dei casi la differenza non è giustificata. È una situazione vergognosa e inaccettabile che non può più essere tollerata.

La politica purtroppo non fa nulla per sanare questa situazione, come purtroppo evidenziato dal dibattito andato in scena negli scorsi mesi al Parlamento federale, dove le forze borghesi sostenute dal padronato, hanno bloccato sul nascere qualsiasi discussione relativa alla concretizzazione di misure efficaci per contrastare questo dumping tollerato dallo Stato. Dobbiamo tutte e tutti batterci e mobilitarci in vista dello sciopero nazionale del prossimo 14 giugno perché in questo sistema sempre più iniquo i diritti si devono conquistare.

 

 

Suscitano grande rabbia i dati resi pubblici ieri dall’Ufficio federale di statistica sulle differenze salariali tra donne e uomini relative al 2016. Le donne hanno guadagnato il 19.6% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Il dato è purtroppo in crescita rispetto al rilevamento del 2014. Nel ramo del commercio al dettaglio, dove la fanno da padrone colossi come Coop e Migros che vantano fatturati annui di circa 30 miliardi di franchi la differenza si attesta al 23%. Un vero e proprio scandalo! La situazione è addirittura peggiore nel settore dell’industria delle macchine dove viene registrata una differenza del 33.3%.

 

Quello che va in scena in questo Paese è un vero e proprio furto perpetrato ai danni delle donne e che ha pesanti conseguenze sull’insieme della nostra società. E solo pochi mesi il Parlamento federale si è rifiutato di adottare le misure per contrastare quello che oramai appare come un vero e proprio furto legalizzato. Nella revisione sulla Legge per la parità un Parlamento al servizio degli interessi del capitale ha avvallato analisi salariali solo in aziende con oltre 100 dipendenti, senza introdurre alcuna sanzione per le ditte che non rispettano la parità e senza che vi sia alcun obbligo di sanare gli abusi. E senza dimenticare che le opache e inadeguate misure resteranno in vigore solo per 12 anni.

 

D’altronde padronato e partiti borghesi difendono con tenacia i loro interessi di classe. Consapevoli del fatto che nel mercato del lavoro le aziende perpetrano gravissimi abusi salariali, come bene evidenziato dai dati pubblicati ieri dall’Ufficio federale di statistica, hanno prodotto una revisione di legge assolutamente inadeguata a contrastare questa situazione.

 

Oramai viviamo in un Paese che si trova nella morsa del dumping e la pressione sui salari raggiunge livelli di emergenza. Crescono le differenze salariali tra uomini e donne, aumentano quelle tra il Ticino ed il resto del Paese, la spirale perversa del dumping non colpisce oramai più solo i salari più bassi. Tutto ciò porta ad un impoverimento di settori sempre più ampi della popolazione che per arrivare alla fine del mese è costretta a ricorrere agli aiuti sociali.

 

In un contesto come questo, contraddistinto da una vera e propria lotta di classe promossa nei confronti dei salariati l’unica via percorribile è quella della mobilitazione collettiva. E allora impegniamoci tutte e tutti con entusiasmo e convinzione a promuovere la giornata di sciopero nazionale delle donne prevista il prossimo 14 giugno in tutta la Svizzera.

 

Noi ci siamo e invitiamo tutte le organizzazioni che hanno a cuore la difesa della dignità delle donne e dell’insieme dei salariati a partecipare alle iniziative del Comitato cantonale costituitosi in vista dello sciopero del 14 giugno.