AUMMA AUMMA FISCALE

di Eolo Morenzoni

 

“Aumma, aumma” è una pratica ben diffusa da noi, qui a sud delle Alpi. Non riguarda però gli strati popolari, i semplici cittadini. Per praticarla, devi far parte del clan dei ben vestiti, dei griffati col portafoglio straripante.

Il normale cittadino avrà magari già provato a discutere col fisco cantonale delle questioni da lui ritenute giustificabili.

A volte, saranno state accolte e altre invece no. Non le avrà potute negoziare, come giusto che sia. Le imposte sono regolamentate per legge e non si possono applicare eccezioni a destra a manca, trasformandole in un baratto.

 

Le cose cambiano se sei particolarmente ricco, se il tuo consulente fiscale è ben introdotto nell’amministrazione cantonale e se alle tue spalle c’è un’azienda dagli ottimi agganci politici. Parliamo di cose concrete.

 

Tra la ventina di manager di Gucci indagati in Italia per domicilio fittizio in Ticino finalizzato all’evasione fiscale, abbiamo pure l’ex amministratore delegato di Gucci. Appena affittato un appartamento in un banale palazzo di Paradiso, ottiene dagli alti funzionari del fisco ticinese lo statuto di globalista, quell’ipocrita disparità fiscale che fa pagare una bazzecola di tasse ai ricchi stranieri perché spenderebbero qui. Di Marco, l’uomo Gucci, preferisce ovviamente vivere nei 44 locali dell’appartamento di Roma con la sua famiglia, piuttosto che nel ridicolo appartamento di Paradiso. Ma gli alti funzionari ticinesi del fisco, quelli che trattano personalmente i casi dei ricconi, la domanda non se la pongono. Non inseriscono nemmeno il nominativo di Gucci nel motore di ricerca dei registri di commercio cantonali Zefix. Altrimenti si sarebbero subito accorti che non potevano concedere il mega sconto fiscale da globalista al Di Marco, perché aveva un’attività lucrativa in Svizzera.

 

Perché fare tanti controlli su una persona tanto per bene, il cui caso è seguito da un fiduciario marina-boys, quell’Adelio Lardi che tanto ha fatto “bene” al Cantone portando sul territorio tante imprese della moda desiderose di “ottimizzare” le loro imposte, pagando la cialata ticinese?

 

D’altronde, i controlli li avrebbe forse dovuti fare il vicedirettore delle Divisione contribuzioni? Quel Costante Ghielmetti che pochi mesi prima di essere nominato vice direttore, da fiduciario aveva aperto una ditta per il suo cliente Timur Azimov, noto uomo di paglia del clan del dittatore kazako Nazarbaev?

 

 

L’evasione fiscale, per noi, è un reato grave. Socialmente, perché priva di possibili risorse gli strati più poveri di un popolo, kazako o italiano che sia. In alcuni stati, in Inghilterra lo scorso anno ad esempio, è stato introdotto anche il reato di favoreggiamento all’evasione fiscale. Da noi, i reggiborsa politici degli intrallazatori, hanno sempre ostacolato una seria legge sull’evasione, figurarsi sul favoreggiamento.

 

Da noi il favoreggiamento è istituzionalizzato nell’apparato statale. Da noi, l’aumma aumma, si fa con stile. Nessuna mazzetta sottobanco, le cose si fanno alla luce del sole. Percepisci il gettone del Cda (cognato di Marina Masoni), incassi da notaio redigendo i rogiti delle scatole cinesi per il sistema d’evasione (studio notarile masoni) oppure percepisci il compenso da fiduciario per il lavoro svolto (Adelio Lardi). Tra le molte possibilità, puoi pure farti nominare in un cda di un’azienda parapubblica di un ramo, metti l’energia, di cui non capisci una mazza e incassi il gettone a spese del contribuente.

 

Il Ticino è la terra delle Meraviglie, basta far parte del ristretto cerchio magico. Per gli altri, i molti altri, resta solo il conto da pagare.