Con 3'000 franchi al mese si fa dumping di Stato

di ForumAlternativo

 

Un salario tra i 19 e i 19.50 franchi l’ora, è questa la soglia indicata dalla maggioranza dei partiti di Governo. Come era ampiamente prevedibile il dibattito sul salario minimo sta prendendo decisamente una brutta piega. La proposta attualmente in discussione...

... in Commissione della gestione e formulata dal suo presidente Raffaele De Rosa appare non solo inadeguata a contrastare il fenomeno del dumping salariale ma addirittura controproducente perché alimenterà ulteriormente la messa in concorrenza dei salariati. In una società che fonda la sua esistenza sul lavoro salariato chi lavora dovrebbe poter vivere con ciò che guadagna. Non la pensano così i rappresentanti della “casta” che fissando un salario minimo attorno ai 3'000 franchi confinano decine di migliaia di persone in una condizione di povertà ed emarginazione. Che vergogna!

 

 

Se oggi in Ticino dilagano il dumping e la pressione sui salari è perché non esistono dei vincoli legali che obblighino il padronato a riconoscere un minimo salariale. Come è noto il mercato del lavoro non è in grado di autoregolamentarsi e quindi i lavoratori sono costretti ad accettare i salari che vengono loro proposti. Solo un salario minimo dignitoso è in grado di frenare questa spirale. Una soglia di 19 franchi non modificherà la situazione attuale.

 

E pensare che il Tribunale Federale (certamente non un covo di temibili bolscevichi) ha sancito che il salario minimo deve contribuire a lottare contro la povertà! Evidentemente il messaggio non è stato recepito dai nostri politicanti. Decine di migliaia di persone continueranno quindi ad essere sfruttate, i lavoratori residenti saranno come oggi messi in concorrenza con i frontalieri e nel nostro Cantone continueremo ad avere un’economia sussidiata.

 

La leva dei bassi salari continuerà quindi ad essere il criterio principale attorno a cui si sviluppano le politiche aziendali. Una situazione inaccettabile che condanna il nostro Cantone ad essere una sorta di zona franca nel panorama nazionale con conseguenze drammatiche anche per le future generazioni.

 

 

I rappresentanti del Parlamento cantonale saranno chiamati a determinarsi sull’indecente proposta formulata dalla Commissione della gestione. Ci piacerebbe formulare due domande ai “nostri” onorevoli. Chi tra i 90 parlamentari ha oggi un salario di 19 o 19.50 franchi? Chi tra loro potrebbe vivere con un salario di 3'000 o poco più franchi al mese? La risposta appare scontata quanto evidente, nessuno!!!

 

Eppure questi signori saranno chiamati a prendere una decisione fondamentale per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. E prenderanno una decisione che se applicata a loro stessi li confinerebbe in una situazione di indigenza. Un dibattito che evidenzierà ancora una volta quanto i politici siano lontani dai problemi quotidiani delle persone comuni e siano incapaci di leggere le paure e la sofferenza che accompagnano la vita dei lavoratori e della popolazione.

 

Un dibattito che si preannuncia stucchevole dove sentiremo parlare di “compromesso”, di proposte che devono aiutare i giovani a poter trovare un’occupazione, e addirittura del fatto che a beneficiare del salario minimo saranno solo i frontalieri e di tante altre sciocchezze che non hanno nulla a che vedere con le reali dinamiche che reggono il funzionamento del mercato del lavoro.

 

Un dibattito che solleverà una cortina fumogena per impedire di individuare le giuste soluzioni per contrastare le situazioni perverse di un sistema sempre più iniquo che concentra la ricchezza nella mani di pochi e confina molti ai margini della nostra Società.