Premi cassa malati: siamo sempre in mezzo al guado

di Ude Revati

 

I costi della salute sono fortemente aumentati negli ultimi anni, per varie ragioni. Alcune inevitabili, come l’invecchiamento della popolazione. Altri, molto meno. Ne ricordiamo alcune:

• i redditi esorbitanti di molti medici;

 

• l’organizzazione della medicina, in gran parte in mano a cliniche private a scopo di lucro;

 

• l’impossibilità di vietare la moltiplicazione delle apparecchiature medico-tecniche e la loro eccessiva utilizzazione per aumentare la redditività;

 

• il costo dei medicinali, molto più cari in Svizzera rispetto a quasi tutto il mondo, anche se sono prodotti a Basilea;

 

• le casse malati private. In Svizzera abbiamo 60 cassa malati. Ciò significa spese amministrative molto elevate, spese per la pubblicità (325 milioni all’anno) e per le direzioni, i cui stipendi sono a volte molto generosi. Ruedi Bodemann (Assura) 780’690; Philomena Calatuelle (CSS) 743’766; Daniel Schmutz (Helsana) 686’500 ; Reto Dahinden (Swica) 630’194.

 

 

Oltre all’ammontare dei costi, a rendere sempre più insopportabile per ormai la maggior parte delle famiglie gli oneri per la salute è la ripartizione degli stessi. I costi sono infatti addossati in modo prevalente sugli assicurati. Sui 77 miliardi di spesa (2015), 59 sono assunti dalle economie domestiche (premio cassa malati e partecipazione diretta alle spese); lo Stato partecipa con 14 miliardi e le assicurazioni sociali con altri 14 miliardi.

 

 

In percentuale la situazione si presenta come segue:

 

• assicurati 64%

 

• Stato 18%

 

• assicurazioni sociali 18%

 

 

È quindi urgentissimo trovare nuove soluzioni. Nel Canton Vaud è stata adottata una misura d’urgenza molto interessante, ossia la limitazione al 10% dell’onere della cassa malati per ogni nucleo famigliare. Essa è in vigore dal 1. gennaio 2019. Non si capisce perché la stessa non viene adottata anche in Ticino. Basterebbe una semplice decisione del Gran Consiglio. Chissà perché Beltraminelli non ci ha pensato?

 

Poi, per una soluzione definitiva, occorrerebbe lanciare un’iniziativa popolare per istituire una cassa malati pubblica con i premi in funzione del reddito. Invece, il PPD ha annunciato il lancio di un’inutile iniziativa popolare che, anche se fosse accolta, non risolverebbe nulla. Anche il PSS vuole lanciare un’iniziativa popolare per limitare i costi per le famiglie. Forse avrebbe però dovuto tentare di generalizzare con urgenza in tutti i cantoni il modello vodese e di prepararsi ad una vasta offensiva a livello nazionale, per sopprimere le cassa malati private, sempre più avide e irrispettose degli assicurati.

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