Specchietti per le allodole

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Le statistiche dell’occupazione sembrano rose e fiori, abbiamo chiesto al segretario di Unia Enrico Borelli un parere: Enrico, i posti aumentano, la disoccupazione diminuisce! Fantastico no? O almeno così dicono i dati statistici pubblicati sui media. Cosa ne pensi Enrico?

 

È una vera bufala che mi fa incavolare, tutti i dati dimostrano che in Ticino ormai da anni abbiamo tra 10 e 12mila persone in ricerca. I dati SECO sono inutilizzabili perché non danno il quadro reale della situazione Oggi parlare di posti di lavoro e disoccupazione utilizzando solo i dati SECO o anche ILO non è più in linea col mercato. Ci sono un sacco di altri elementi che non vengono valutati e che invece parlano del degrado del mercato del lavoro: in Ticino è aumentato vertiginosamente il lavoro interinale, parliamo di quasi 12'000 persone, sono esplosi i tempi parziali e la sottoccupazione.

 

 

Che significa?

 

Che la gente non lavora abbastanza, aumentando così le fila dei working poor, di gente che nonostante il lavoro non guadagna abbastanza. Ecco perché i dati della disoccupazione non sono più adatti ai tempi. Oggi altri fattori devono essere valutati, perché conta anche la qualità del lavoro e non solo la quantità. 10'000 posti a metà tempo o parziali, non equivalgono a 10'000 impieghi seri. La gente è perciò sempre più marginalizzata e la società si muove pericolosamente e sempre più a due velocità marginalizzando i lavoratori. Perciò non facciamoci fregare da dei dati che in realtà non raccontano il Ticino ma ci vendono una realtà di zucchero filato che ha un sapore amarissimo in realtà.