Caricature illuministiche

di Damiano Bardelli

 

Nei giorni scorsi, il Corriere del Ticino ha dato spazio a un editoriale in cui si tessono le lodi dell’ultimo best seller dello psicologo Steven Pinker, Illuminismo adesso, recentemente pubblicato da Mondadori.

Il saggio, molto apprezzato dagli editorialisti dei principali quotidiani europei di orientamento liberale, ha suscitato le vive critiche degli storici e dei filosofi il cui ambito di ricerca è proprio l’Illuminismo.

 

I più discreti si sono limitati a descriverlo come un libro “controverso”, ma altri non hanno esitato ad enumerarne i problemi. Per lo storico americano David A. Bell (Princeton), si tratta di un “libro dogmatico”, che “fa uso di dati selezionati ad arte e fatti storici dubbi”, infarcito di “esagerazioni ed errori di interpretazione” al punto di “fare più male che bene”. La visione del futuro proposta da Pinker, aggiunge Bell, “può essere riassunta come una forma di neoliberalismo tecnocratico”, dove l’umanità è guidata da una fede cieca nel libero mercato, negli scienziati e negli imprenditori illuminati, in piena contraddizione con i valori dei Lumi, in particolare la critica dell’autorità intellettuale (David A. Bell, “The PowerPoint Philosophe. Waiting for Steven Pinker’s Enlightenment”, The Nation, 7 marzo 2018).

 

Lo storico francese Antoine Lilti (EHESS), da parte sua, critica non solo la scarsa scientificità dell’opera, ma soprattutto la visione distorta e manipolata dell’Illuminismo offerta da Pinker. A suo parere “non è stato fatto nessuno sforzo per definire seriamente questo movimento intellettuale plurale e complesso. L’Illuminismo, in questo libro, designa in realtà i valori cari all’autore”. Si tratta ovviamente di una lettura “anacronistica”, che “si accontenta di proiettare sul passato il programma intellettuale del liberalismo progressista dell’inizio del XXI secolo e appiattisce la pluralità delle idee e delle convinzioni dei filosofi dei Lumi” (Antoine Lilti, “Business, data et philanthropie: les Lumières selon Steven Pinker”, NouvelObs, 8 dicembre 2018).

 

 

Riassumendo, Illuminismo adesso è una grottesca caricatura dell’Illuminismo e della storia dell’umanità che giustifica le politiche liberali e tecnocratiche che hanno dominato la vita politica europea degli ultimi anni, e in quanto tale è un insulto agli ideali che guidavano i filosofi e i riformatori dei Lumi.

 

La scelta di pubblicare un editoriale a sostegno di un libro del genere è perfettamente in linea con l’orientamento politico del CdT, per cui fin qui non c’è nulla di strano. Più sorprendente è invece la decisione del servizio di comunicazione del Partito Socialista di rilanciare il testo in pompa magna sui social network e sul sito della sezione luganese del partito, tessendone le lodi.

 

Spiace che i vertici del PS (o chi per essi) sostengano un editoriale e un saggio del genere. E spiace ancora di più che gli stessi vertici del PS preferiscano cestinare l’eredità del marxismo – che l’intellettuale liberale Arnaldo Alberti definisce come “figlio legittimo di una corrente illuminista e parte importante del patrimonio culturale della modernità” – per abbracciare un Illuminismo caricaturale e strumentale al liberalismo che è più regressista che progressista. Ma è addirittura sconvolgente che sui social network (Twitter) la pagina ufficiale del PS abbia reagito gridando alla “spocchia” di fronte a chi, come il sottoscritto, ha cercato di far presente l’opinione negativa che circola in ambito accademico tra coloro che fanno ricerca sul tema. Sembrerebbe che i modi del Mattino abbiano definitivamente inquinato il dibattito politico ticinese.

 

 

Non resta quindi che sperare che l’eredità dei Lumi venga riscoperta in Ticino, in modo meno strumentale e più sereno. I più curiosi troveranno degli spunti interessanti in due libretti agili e leggeri da non perdere: Lezioni illuministiche di Vincenzo Ferrone (Laterza, 2010) e, per chi legge l’inglese, The Enlightenment. A Very Short Introduction di John Robertson (Oxford University Press, 2015).

 

 

Prima di chiudere, permettetemi un appello: caro PS, com’è difficile riconoscerti quando ti fai la voce del liberalismo!

 

Damiano Bardelli, storico (Università di Losanna)

Fonte:

27 febbraio 2019