Con un’unica voce: sciopero “Indietro non torniamo”

Gruppo Donne USS, Coordinamento donne della sinistra

 

Un orologio su Piazza Dante a Lugano. Ad ogni ora una denuncia. Una rivendicazione. Un appello. Ad ogni ora una parola di donna per fare sentire le voci di tutte le donne. Cartelli colorati, messaggi di solidarietà, striscioni. E soprattutto l’avvio verso lo sciopero delle donne, che per la seconda volta nella storia mobiliterà le donne di tutta la Svizzera. Come nel 1991.

 

La manifestazione di oggi, promossa dalle Donne dell’Unione sindacale svizzera in collaborazione con il Coordinamento donne della sinistra, è stata inclusiva e senza loghi: perché al centro del messaggio è stata messa la donna e i suoi diritti, la donna e il suo posto nella società. Hanno aderito diverse associazioni, tra cui: OCST Donna-Lavoro, FAFTPlus, GISO, SISA, USS Ticino e Moesa, Forum alternativo, Collettivo Scintilla, Partito Comunista, Partito Socialista, donne, uomini, giovani e studenti.

La strada per la parità è indubbiamente costellata di successi, ma resta moltissimo da fare perché molti diritti scritti nelle leggi, non sono rispettati. In questi ultimi anni purtroppo il bilancio non è positivo: donne che dopo la maternità vengono licenziate, donne che guadagnano meno per un lavoro di pari valore, donne costrette a lavorare a tempo parziale e perciò più precarie, donne che subiscono violenze e molestie in diverse forme, donne la cui libertà è limitata, donne che svolgono lavori invisibili, donne minacciate perché straniere; donne umiliate e denigrate nella rete.

 

Eppure oggi a Lugano si è visto benissimo: le donne non demordono. Sanno essere tenaci, battagliere. Dove sono presenti portano competenze, innovazione, lungimiranza. La mediazione, la condivisione, il pensiero trasversale capace di guardare sempre un po’ più in là del breve termine, sono prerogative delle donne. Siccome sono chiamate in prima linea a conciliare vita professionale e vita privata, hanno una grande capacità di organizzazione.

 

L’idea di una donna ancora molto legata al lavoro di cura, porta con sé l’idea che, in ruoli di vertice, una donna non possa essere mai ‘abbastanza’: mai abbastanza forte, mai abbastanza assertiva, mai abbastanza presente, mai abbastanza ‘maschile’. Ecco perché è importante promuovere la presenza delle donne in politica, nelle istituzioni e nell’economia. Quando ci sono state, le donne hanno indubbiamente contribuito a una serie di miglioramenti. Non solo sul piano legislativo, ma anche nella vita reale. In Ticino, per esempio, è un atto parlamentare di due donne (Carla Agustoni e Chiara Simoneschi Cortesi) ad aver promosso l’istituzione della delegata per le pari opportunità. Il diritto matrimoniale, l’assicurazione maternità, le norme contro la violenza sono il frutto dell’impegno delle donne.

 

Oggi più che mai abbiamo bisogno di donne in politica, in economia, nelle istituzioni e negli atenei per affermare decisioni non più volte al benessere di pochi gruppi privilegiati, ma dell’intera società e delle future generazioni.