Sgravi per tutti, con qualche cerotto

di Federico Franchini

 

Ecco gli aspetti principali previsti dalla Riforma fiscale e del finanziamento dell’Avs su cui saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 19 di maggio. Dalle ceneri di due delle più recenti batoste alle urne per il Consiglio federale – le bocciature, nel 2017, della Riforma III dell’imposizione delle imprese (Rii III) e della Previdenza per la vecchiaia 2020 (Pv2020) – ecco nata la Riforma fiscale e del finanziamento dell’Avs (Rffa).

In un unico pacchetto vengono così riunite varie misure fiscali con una compensazione sociale a favore dell’Avs. Contro la Rffa una parte della sinistra e del movimento sindacale ha però lanciato un referendum: il prossimo mese di maggio le cittadine e i cittadini svizzeri dovranno così esprimersi su questa riforma, di cui presentiamo oggi gli aspetti principali.

 

 

Il punto di partenza, su cui tutti sono d’accordo, è lo stesso di due anni fa: per adeguarsi agli standard internazionali, la Svizzera deve abolire i regimi fiscali speciali accordati alle multinazionali. Si tratta di quelle categorie di tassazione particolare – società miste, holding, società di domicilio, società principali e Swiss financial branch – che hanno permesso di attirare in Svizzera diverse aziende straniere e i loro utili.

 

In terra ticinese l’esempio più clamoroso è sicuramente quello del gruppo francese Kering che, tramite la (ormai partente) Luxury Good International di Cadempino ha trasferito in Ticino utili che si situano in media attorno al miliardo di franchi all’anno. Alla Svizzera viene in sostanza contestata la disparità di tassazione tra imprese a statuto speciale – la cui aliquota fiscale totale è situabile, a seconda dei Cantoni, fra il 3% e l’11% – e imprese a statuto ordinario che pagano tra il 20 e il 25%.

 

Nel 2014, la Confederazione ha così promesso di abrogare i regimi fiscali incriminati. È in questo contesto che ha preso forma la Rii III. L’idea alla base di questa riforma è stata quella di aumentare leggermente il tasso d’imposizione delle multinazionali (con l’aggiunta di nuove possibilità di deduzione) e di diminuire al contempo quello per tutte le imprese. In sostanza, con la scusa della fine dei regimi fiscali era stata varata una maxi operazione di sgravio per tutte le imprese la quale avrebbe di fatto svuotato le casse pubbliche.

 

Le mancate entrate stimate ammontavano in effetti a diversi miliardi di franchi. Per questo, nel febbraio 2017, il 59,1% dei votanti ha respinto la Rii III. Dalle ceneri di questa riforma è nato così il Progetto fiscale 2017 (Pf17), che ha cambiato nome lo scorso settembre quando il Parlamento ha scelto di abbinare le misure fiscali al finanziamento dell’Avs: ecco quindi la Rffa.

 

 

 

Vantaggi per le imprese

 

Come detto, il primo punto è l’abolizione dei privilegi fiscali accordati dai Cantoni. Saranno questi ultimi che, in quanto sovranità fiscali, stabiliranno (o hanno già stabilito) la loro aliquota, all’interno dei paletti dati dalla riforma. Tra questi paletti figurano nuove norme fiscali speciali, per ora accettate a livello internazionale, essenzialmente focalizzate a sgravare le attività di ricerca e sviluppo.

 

Grazie ai cosiddetti Patent Box, in futuro una parte dell’utile proveniente dalle invenzioni sarà tassata ad un’aliquota ridotta. Unica condizione: i Cantoni dovranno tassare almeno il 10% degli utili provenienti da brevetti. A questa possibilità va aggiunta un’altra superdeduzione per le attività di ricerca e sviluppo: i Cantoni potranno prevedere una deduzione fino ad un massimo del 50% delle uscite per questa voce. A ciò vanno aggiunte altre misure tecniche di sgravio. A queste possibilità di riduzione viene posto un limite: lo sgravio fiscale in virtù dei Patent box, della superdeduzione per la ricerca e lo sviluppo e della cosiddetta deduzione per l’autofinanziamento non potrà eccedere il 70%.

 

Detta al contrario: soltanto il 30% dell’utile imponibile delle imprese potrà essere tassato! Per alcuni esperti, tali misure permetteranno alle imprese che oggi beneficiano di uno statuto speciale di avere in futuro un carico fiscale minore all’attuale.

 

 

 

Le compensazioni

 

Per equilibrare un poco questi sgravi, la Rffa prevede l’introduzione di alcune misure di attenuazione. Si è dapprima voluto tassare un po’ di più gli azionisti. Vi sarà un aumento dell’imposizione dei dividendi, che passa al 70% a livello federale (oggi tra il 50 e il 60%) e al 50% almeno nei Cantoni, con la possibilità per questi ultimi di prevedere una tassazione più alta.

 

L’altro fronte di compensazione è quello volto a stabilire un maggiore equilibrio tra Confederazione, Cantoni e Comuni. La quota dei Cantoni sulle entrate dell’imposta federale diretta è così portata dal 17 al 21,2%. In questo modo, i Cantoni riceveranno un importo annuo supplementare di circa 1 miliardo di franchi e avranno margine di manovra per ridurre le loro imposte sull’utile. I Cantoni saranno poi tenuti a compensare gli effetti finanziari sui Comuni delle riduzioni fiscali applicate a livello cantonale.

 

Infine, per evitare gli squilibri tra i Cantoni, anche la perequazione finanziaria sarà adeguata: i Cantoni più deboli riceveranno dalla Confederazione circa 180 milioni di franchi in più per un periodo di sette anni.

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