L'alternativa rosso verde e il PS

di Red

 

Si sta concretizzando l’accordo tra le forze politiche di opposizione per presentare un lista alternativa rosso verde alle prossime elezioni del Consiglio Nazionale. In queste settimane stanno avanzando i lavori per definire un programma di azione chiaro che possa dare un contributo alla risoluzione dei gravi problemi sociali e ambientali che investono la nostra società e che permetta finalmente alla sinistra di passare all’offensiva.

Verdi, Partito Comunista e ForumAlternativo auspicano che anche altre forze politiche di opposizione possano associarsi alla discussione per costruire un fronte unitario e plurale che permetta di recuperare consensi nel Paese.

 

Un progetto innovativo, forse unico nel panorama nazionale, che come ha fatto notare qualche commentatore potrebbe rappresentare l’elemento di grande novità della prossima campagna in vista delle elezioni federali. L’auspicio è quello di guadagnare un seggio e di sottrarlo alle destre. La congiunzione tecnica ipotizzata con la lista del Partito Socialista dovrebbe rendere realistico questo ambizioso obiettivo.

 

Un progetto cui stiamo lavorando da tempo che sta suscitando interesse attenzione e, come è normale che sia anche qualche legittimo interrogativo. In particolare alcuni compagni ci chiedono come mai la lista delle forze della sinistra alternativa punti ad una congiunzione tecnica e non politica con il Partito Socialista. Cogliamo l’occasione per illustrarne brevemente le ragioni.

 

Innanzitutto che il Ps non è certamente da noi recepito come un avversario ma bensì come una forza con la quale, laddove è possibile, sottoscrivere forme di collaborazione puntuale. Tuttavia le nostre sensibilità su molti temi divergono e a livello generale il nostro progetto persegue l’obiettivo di rafforzare la sinistra di opposizione. Una sinistra che si batta senza se e senza ma contro le politiche governative, sia a livello nazionale che sul piano cantonale.

 

Per quanto attiene la traiettoria del ForumAlternativo lo abbiamo detto e lo ripetiamo: il Forum nasce con l’obiettivo di superare se stesso e vuole dare il proprio contributo, come fatto in questi ultimi mesi, per costruire nel medio termine un nuovo grande soggetto politico, pluralista, ambientalista e anticapitalista che permetta di unire le diverse forze della sinistra di opposizione e che spalanchi le proprie porte anche a quei compagni che militano nel Partito Socialista delusi dalla traiettoria e dalla strada imboccata in diverse (troppe ci permettiamo di aggiungere) occasioni dal Ps.

 

 

 

Lo diciamo con rispetto ma in modo trasparente. Il dibattito andato in scena negli scorsi giorni al Comitato cantonale socialista ha ben evidenziato le sostanziali differenze programmatiche tra la sinistra di opposizione e quella di Governo. Su due temi a dir poco centrali nel dibattito politico nazionale e cantonale sui quali saremo chiamati ad esprimerci il 19 maggio, la RFFA ed il futuro delle Officine di Bellinzona.

 

Il Ps ha deciso di non decidere e ha nuovamente diviso il fronte della sinistra. Una decisione infausta che depotenzia l’azione della sinistra che in questa fase dovrebbe passare chiaramente all’offensiva evidenziando le contraddizioni e le politiche profondamente antisociali del fronte borghese e delle forze populiste. Una decisione, ci permettiamo di aggiungere anche incomprensibile.

 

La RFFA reitera infatti le politiche ultra liberiste a favore di sgravi fiscali (a questo giro di proporzioni sciaguratamente gigantesche) per le grandi società che avranno pesanti conseguenze sulle politiche sociali e porteranno ad un ulteriore indebolimento del servizio pubblico. Senza dimenticare che il Consiglio Federale ha recentemente annunciato che dopo la votazione sulla RFFA presenterà il messaggio nel quale si prevede di aumentare l’età di pensionamento delle donne a 65 anni.

 

L’iniziativa a favore delle Officine di Bellinzona è l’unica strada percorribile per dare una reale e stabile prospettiva allo stabilimento industriale e permettere di salvare almeno 300 posti di lavoro in un mercato del lavoro oggi particolarmente in sofferenza.

 

 

Se da un lato la decisone del PS di non schierarsi contro la RFFA e di non sostenere l’iniziativa a difesa delle Officine ci rattrista dall’altro ben evidenzia per quali motivi non sia in tutta sincerità possibile andare oltre un accordo tecnico alle prossime votazioni federali.