Un Primo maggio che sa di 14 giugno

USS Ticino e Moesa

 

«La nostra è una storia di discriminazioni dalla culla alla tomba». «Pretendiamo più rispetto, più salario e più tempo». Il senso e le finalità dell’odierna Festa dei lavoratori celebrata Locarno sono racchiusi in queste due frasi estrapolate dall’intervento d’apertura del corteo di Chiara Landi, in rappresentanza delle donne dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa.

Donne che sono state protagoniste assolute di questo 1° maggio, vissuto un po’ da tutte (e da tutti) con gli occhi e il pensiero già rivolti alla storica giornata del 14 giugno prossimo, quando in tutto il paese andrà in scena il secondo grande sciopero delle donne della storia svizzera.

 

 

Una sciopero che ha tante motivazioni, ha sottolineato dal palco di Piazza Grande Eleonora Failla (militante di Unia) davanti alle circa 3000 persone di ogni generazione (da neonati a novantenni) che hanno animato una festa vivace, colorata, multiculturale. «Innanzitutto scioperiamo per la parità salariale», ha esordito Eleonora Failla qualificando come «furto miliardario ai danni dell’intera società» quel 20 per cento in meno che percepiscono le donne per fare lo stesso identico lavoro degli uomini. Anzi, facendone di più, tenuto conto dei 9,2 miliardi di ore di lavoro gratuito prestato dalle donne in Svizzera.

 

Di qui la seconda rivendicazione: il riconoscimento di questo lavoro. Ma con lo sciopero del 14 giugno si vuole anche combattere ogni forma di violenza e di molestia, un questione sollevata durante il corteo da Pepita Vera Conforti, copresidente del Coordinamento donne della sinistra, la quale ha denunciato come in Ticino secondo i dati almeno due donne su 10 subiscano toccamenti e commenti a sfondo sessuale indesiderati ed ha rivolto un significativo appello agli uomini: «Voi avete un ruolo per fermare le molestie: Non basta più non essere molestatori, bisogna agire e non accettare i comportamenti molesti di colleghi o superiori. Ascoltate la sofferenza di chi ha subito e capirete che nessuna persona lo merita», ha affermato.

 

E poi ci sono questioni come la tutela della materinità, la conciliabilità tra lavoro e vita famigliare, la presenza femminile nei posti che contano e, più in generale, «il rispetto»: «Ancora troppo spesso le donne vengono sminuite, derise, colpevolizzate, messa da parte in questa società misogina e fortemente patriarcale, è ora di cambiare rotta e modo di fare e di pensare», ha concluso Eleonora Failla, ricordando una verità a tutte le lavoratrici («illegale è discriminare, non scioperare») e dando loro appuntamento al 14 giugno.