"Giù le mani dall’Officina" – ora più che mai

di Beppe Savary-Borioli

 

I contrari definiscono “superata” l’idea di sviluppare nelle Officine di Bellinzona un centro di riferimento legato “all’attività, alla ricerca e all’innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”. Eppure, fino a poco tempo fa Consiglio di Stato, Città di Bellinzona e FFS si dichiaravano d’accordo su questa interessante proposta.

Poi – come il coniglio fuori dal cilindro – arrivò il progetto di Castione che vuole smantellare le “vetuste” Officine a favore del “più moderno stabilimento ferroviario d’Europa”.

 

Sin dalla loro creazione, le Officine hanno svolto e svolgono tutt’ora un lavoro prestigioso e formano generazioni di lavoratori ben qualificati. Sebbene le FFS fino ad oggi non abbiano presentato un piano industriale per il loro progetto e siano rimaste piuttosto vaghe sul numero di lavoratori ivi previsti, tutto lascia prevedere che a Castione verranno eseguiti soprattutto lavori di manutenzione leggera, un’attività ben al di sotto – sia per quantità che per qualità – a quella eseguita ad oggi nelle Officine, e questo impiegandovi al massimo un terzo degli operai attuali.

 

Cantone e Città di Bellinzona sono disposti a pagare 120 milioni di franchi alle FFS per un progetto che rischia di far perdere al Ticino almeno 300 posti di lavoro qualificati. Questi soldi andrebbero meglio impiegati per il rinnovamento dell’Officina, seguendo e adattando delle proposte elaborate nel 2013 su mandato delle maestranze dall’attuale Consigliere di Stato Christian Vitta quando era ancora a capo della società di consulenza BDO. Mantenendo e sviluppando le attuali attività e debitamente ammodernate, le Officine potranno andare avanti ed affrontare le sfide del futuro, un futuro che anche per motivi ecologici richiederà sempre più il trasferimento del traffico dalla strada sulle rotaie. Tutto questo si può ottenere senza perdere posti di lavoro, e anzi permette di crearne dei nuovi, creativi ed innovativi, sempre in stretto contatto con degli istituti di formazione locali come la SUPSI e delle start-up del ramo.

 

Sull’ubicazione delle varie attività previste dall’iniziativa per le “Officine del Futuro”, il discorso andrà affrontato una volta che l’iniziativa sarà stata accolta. È ben immaginabile ed auspicabile che parte di esse potranno restare a Bellinzona, mentre un'altra parte verrà portata a Bodio sul sedime della ex-Monteforno. I due siti saranno debitamente ristrutturati, e a Castione dei terreni agricoli preziosi verranno così salvati dalla cementificazione.

 

Non cediamo ai ricatti del Signor Meyer, direttore di una SA che ancora viene chiamata “FFS”, un manager stipendiato più di un milione all’anno e che già in passato mostrava disprezzo per i lavoratori delle “sue” Officine a Bellinzona venendo spesso persino a meno degli impegni sottoscritti. Non ascoltiamo il canto delle Sirene dell’allettante speculazione immobiliare né diamo retta agli sciacalli che vorrebbero appropriarsi di quel che resterà delle Officine agonizzanti.

 

Non lasciamoci impaurire da chi annuncia che si “perderà il treno” – votiamo “SI” all’iniziativa “Giù le mani dall’Officina” per far partire il nostro treno del futuro dall’Officina di Bellinzona. Che, a undici anni da quello storico e decisivo sciopero, salveremo così definitivamente.