Autogestione: Lugano ha scelto il muro contro muro!

Associazione AIDA

 

Come associazione che difende il principio dell’autogestione non possiamo che biasimare il municipio e la maggioranza del consiglio comunale per come stanno gestendo il futuro del sedime dell’ex macello!

Hanno scelto di mettersi muro contro muro senza capire che questa contrapposizione farà male a tutti!

 

La fuga in avanti del sindaco Borradori, che ha annunciato l’imminente disdetta della convenzione, non fa che peggiorare le cose. Se c’era un filo che teneva legate le due parti e che si sarebbe potuto trasformare in trama e più avanti in tessuto, ora non c’è più niente, solo rabbia e frustrazione.

 

Ancora poco tempo fa, nel corso di un dibattito, il vicesindaco Bertini rassicurava giovani liceali sulla volontà di dare loro l’opportunità di frequentare il centro autogestito - infatti la problematica non è solo fra città è CSOA, ma coinvolge un numero elevato di giovani che nel centro sociale trovano il loro punto di riferimento, per aggregazione, per svago e per intraprendere esperienze socioculturali.

 

Non sarà certo l’istituzione di una commissione speciale come quella annunciata a risolvere il problema! È sconcertante che vi siano inseriti solo dipendenti del comune e rappresentanti del cantone (e dove la presenza di un poliziotto non ha ragione di esistere) senza cercare di coinvolgere gli attuali inquilini e contemplare la partecipazione di rappresentanti della società civile.

 

È stata fatta disinformazione sulla reale situazione, si sono usati dei pretesti per denigrare la vera essenza di questa esperienza autonoma, facendo credere all’opinione pubblica che ci fosse una situazione di violazione permanente della legalità, che andava ripristinata il prima possibile. Sintomatica l’esternazione del vicesindaco che plaude all’esito della votazione in consiglio comunale dicendo: abbiamo ridato il macello ai luganesi! Già perché chi gestisce e frequenta sono degli usurpatori venuti da chissà dove...

 

Una parte delle argomentazioni del municipio – lo stato fatiscente degli stabili e l’urgenza di un restauro – poggia su basi oggettive, ma l’altra parte – la necessità di offrire ai cittadini nuovi spazi di carattere culturale e sociale escludendo però l’autogestione – svilisce e nega proprio l’esperienza socioculturale che da anni dà vita a quel luogo.

 

AIDA si mette a disposizione per mediare ma teme che il generale irrigidimento delle posizioni, inasprito dalla posizione assunta dalla città, non lasci veri spazi di manovra.