Votazioni, a rischio è la democrazia diretta

I Verdi del Ticino

 

Siamo delusi per l’esito del voto sulla riforma fiscale federale e sull’iniziativa delle officine ed esprimiamo amarezza per la modalità in cui questi soggetti sono stati posti in votazione.

 

Da un lato si sono associati due oggetti completamente diversi impedendo al cittadino di scegliere liberamente e dall’altro la cittadinanza è stata confrontata con tempistiche di votazione irrispettose delle numerose firme raccolte. . Legare tagli fiscali alle aziende al risanamento dell’AVS risulta un ricatto ai cittadini. Analogo discorso con le Officine, dove l’iniziativa andava votata in tempi brevi e non a 10 anni di distanza dal suo lancio.

 

 

RFFA

 

I Verdi del Ticino sono rammaricati dall’esito di questa votazione. Le casse vuote degli enti pubblici rischiano di avere pesanti conseguenze su settori estremamente importanti e sensibili come ad esempio la formazione, l’aiuto domiciliare, il trasporto pubblico e la lotta al cambiamento climatico. Il fatto che tali tagli alle tasse alle grosse aziende per oltre 2 miliardi siano stati legati ad un tema importantissimo ma diametralmente diverso come l’AVS è segno di un disgregamento dei nostri valori democratici. In Svizzera non vi è più un consenso generale su una riduzione generalizzata delle imposte. È indispensabile qui, come altrove, agire affinché si attui una politica fiscale che riorienti l’economia verso maggiore sostenibilità. Il risultato va comunque oltre le percentuali raccolte normalmente dai Verdi e dalla sinistra alternativa.

 

 

Armi

 

Soddisfazione da parte dei Verdi per un leggero inasprimento delle norme che regolano le armi. Ogni limitazione al possesso di armi da fuoco è da leggere in chiave positiva, sebbene questo compromesso non vada a incidere concretamente sul numero (tutt’ora decisamente eccessivo) di armi in circolazione. Anche nel nostro paese purtroppo tali armi sono strumenti di morte in drammi familiari, suicidi e femminicidi.

 

 

Officine di Bellinzona

 

Dieci anni orsono, quando questa iniziativa andava votata, avrebbe ottenuto un plebiscito. Sono stati aspettati però 10 anni per poter riuscire a rompere il fronte a sostegno del lavoro delle officine. Un’operazione che lascia davvero perplessi. Le conseguenze saranno pesanti sul fronte dell’occupazione con 300 posti di lavoro in meno, l’occupazione di terreno agricolo pregiato, così come una feroce speculazione edilizia non necessaria in centro a Bellinzona.

 

 

Semafori su piano

 

I Verdi esprimono soddisfazione per il risultato del referendum contro lo spreco di altri milioni a favore della mobilità privata. E’ giunto davvero il momento di propendere in maniera decisa verso il trasporto collettivo e verso la mobilità dolce. L’emergenza climatica impone un ripensamento totale della politica dei trasporti.