Le banche stanno rompendo i polmoni: basta investimenti nell'industria fossile!

 

Coordinamento cantonale Sciopero per il Clima

 

Il cambiamento climatico è dettato principalmente dalle emissioni di CO2 immesse nell’atmosfera e da questa certezza scientifica si potrebbe pensare che la Svizzera, in quanto territorio piccolo e nel cuore dell’Europa, non sia uno dei principali responsabili del surriscaldamento del pianeta.

Qui casca l’asino. Se è vero che siamo uno dei paesi più piccoli, è altrettanto vero che siamo uno dei principali centri finanziari d’Europa: nonostante sia caduto il segreto bancario, l’ammontare di capitale che viene amministrato in Svizzera raggiunge delle cifre esorbitanti. Le banche rappresentano in questa scena un ruolo non indifferente, non solo nell’ambito dell’amministrazione del capitale ma anche nelle transizioni finanziare.

 

Se consideriamo le banche quale asse portante della nostra economia, esse potenzialmente hanno la possibilità di convertire l’economia verso una produzione e un commercio più equo ed ecosostenibile. Potrebbero, per esempio, investire nel settore produttivo locale, in particolare nell’agricoltura e nell’artigianato, affinché la produzione locale abbia delle reali chances nella concorrenza con l’estero. Oltre a questi due settori, potrebbero sostenere una gestione dei rifiuti che sia più pulita, investire nelle energie rinnovabili e sostenibili e promuovere una reale economia circolare.

 

Tuttavia, quanto fatto dalle banche elvetiche è antitetico a quanto auspicato. Non solo non promuovono un’economia più sostenibile, ma addirittura contribuiscono in maniera preponderante alla distruzione del clima. La piazza finanziaria elvetica è una delle protagoniste del riscaldamento climatico a livello globale attraverso i suoi investimenti diretti all’industria fossile. Si calcola che con il contributo della piazza finanziaria, la Svizzera produca 22 volte le emissioni che emetterebbe solamente con il consumo e la produzione sul territorio. Le principali banche responsabili di questo scempio sono Credit Suisse e UBS, le quali nel periodo compreso tra il 2016 e 2018 hanno investito ben 83 miliardi nell’industria fossile, accelerando di fatto la distruzione del pianeta!

 

È ora di invertire la tendenza e le istituzioni devono finalmente regolamentare questo tipo di transizioni! Non possiamo continuare ad accettare che si metta massimizzazione del profitto davanti al benessere sociale e ambientale! La lotta continuerà e non si arresterà fino a quanto non otterremo delle risposte alla questione climatica!