Rimborso delle cure dentarie: un aiuto concreto alle famiglie

di ForumAlternativo

 

Qualcosa si muove dopo che nel 2015 è stata lanciata con successo l’iniziativa popolare «Per il rimborso delle cure dentarie». La politica è costretta ad esprimersi in merito anche se, come era prevedibile, da Palazzo prevale il discorso abituale utilizzato quando si vuole bloccare un miglioramento sociale: l’iniziativa “costa troppo” e bisogna puntare sulla “responsabilità individuale”.

 

Gli studi e i dati disponibili dimostrano che in Svizzera i costi per i trattamenti dentistici ammontano a 4 miliardi di franchi all’anno. Oltre i tre quarti della fattura sono a carico dei pazienti, poiché queste cure non sono coperte dall'assicurazione di base. Sempre più persone si recano all’estero per farsi curare oppure rinunciano a trattamenti per motivi finanziari. Secondo l’Osservatorio svizzero della salute (Obsan), quasi un quarto della popolazione non va dal dentista a causa dei costi.

 

E la situazione in Ticino, dove i salari sono inferiori rispetto al resto della Svizzera, è preoccupante. Questa rinuncia a controlli e cure colpisce maggiormente le fasce di reddito più basse e mette in pericolo la salute visto che le complicazioni possono essere anche gravi.

 

L’iniziativa chiede di aiutare concretamente chi non ce la fa più grazie ad un’assicurazione pubblica sul modello dell’AVS e del contributo del Cantone. Rafforzando la prevenzione e coprendo solo le cure necessarie. Il presidente della Commissione sanità e sicurezza sociale Lorenzo Jelmini (PPD e sindacalista ocst, sic!!!!) afferma che lo Stato non ha i mezzi finanziari necessari e il presidente dell’Ordine dei medici dentisti del Canton Ticino Tazio Gada dice di preferire la profilassi e la responsabilità dei singoli.

 

Vale la pena ricordare che in questo Cantone sono stati praticati da decenni sgravi e regali fiscali a beneficio di grandi aziende e milionari, per loro i soldi ci sono.

 

Viviamo nel Cantone che detiene i record nazionali degli indicatori relativi alla diffusione della povertà e del precariato. È ora di cambiare rotta e finalmente aiutare chi ne ha bisogno.