"Al servizio di un progetto entusiasmante"

di Gianni Righinetti

 

Una vita professionale intensa da medico e oncologo riconosciuto a livello mondiale e un grande impegno politico da consigliere nazionale alle spalle. Ma a Franco Cavalli la passione per la politica non è mai passata e, in maniera anche un po’ clamorosa, tornerà in corsa alle elezioni federali del prossimo 20 ottobre. Sarà sulla lista dei candidati al Nazionale denominata «Verdi e Sinistra Alternativa» che vede l’unione delle forze tra Verdi-Forum alternativo-Partito comunista.

 

 

L’11 aprile 2007, quando aveva detto addio al Consiglio nazionale aveva affermato che “dopo tre legislature l’entusiasmo stava un po’ scemando”. Ora è tornato?

 

In quel momento mi trovavo in una situazione professionalmente molto impegnativa. E di fronte alla scelta, pazienti o politica, ho sempre scelto i primi, anche quando avrei altrimenti potuto diventare presidente del partito socialista svizzero. Allora, anche per le mie posizioni parecchio critiche, non da ultimo sulla partecipazione al Consiglio Federale, ero stato marginalizzato all’interno del gruppo socialista. E nell’intervista, che lei cita, avevo anche espresso aspre critiche sulla situazione del partito. Ora è tutto diverso: si tratta di affrontare una nuova sfida in una situazione personale e politica completamente cambiata.

 

 

 

Come mai rilanciarsi in corsa undici anni dopo, a 77 anni?

 

Beh: Joe Biden ha la mia età, Bernie Sanders un anno in più ed entrambi possono diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ma se mi sono deciso, dopo lunga riflessione e superando importanti patemi d’animo, a rimettermi in gioco, è perché la situazione, soprattutto sui temi che mi sono sempre stati cari, lo richiede. L’aspettativa di vita non cresce più, a causa dei problemi ambientali e della precarizzazione delle condizioni sociali e lavorative. Il sistema delle casse malati fa acqua da tutte le parti e l’aumento continuo dei premi è diventato la prima preoccupazione degli svizzeri. I costi dei farmaci esplodono e siamo oramai a due tipi di medicina: una per i ricchi, l’altra per i poveri. Di fronte a questi ed altri problemi, che non ho spazio di citare, per la prima volta nel nostro cantone c’è la possibilità di creare una vera alternativa rosso-verde. Era impossibile non dare il mio contributo al gruppo entusiasta che si è creato….

 

 

 

Lo sa che c’è chi dirà che la sete del cadreghino non le è mai passata e che sarebbe meglio lasciare spazio ai giovani. Come replica?

 

Io la sete del cadreghino non l’ho mai avuta, anche perché ritengo, senza essere troppo immodesto, di aver già avuto sufficienti soddisfazioni in campo professionale ed umanitario. Mi sono sempre messo a disposizione quando la situazione lo richiedeva: nel 1995 ho contribuito a portare a due i seggi progressisti, adesso siamo in una situazione simile. Abbiamo lavorato con trasparenza ad un’innovativa lista unitaria, coinvolgendo anche molti giovani.

 

 

 

Ma lei conta davvero di essere rieletto o intende solo dare una mano grazie alla sua notorietà al nascituro fronte rossoverde?

 

Con Enrico Borelli abbiamo iniziato già più di quattro anni fa a costruire pazientemente il Forum Alternativo, quale stimolo per un progetto di fronte rosso-verde, pluralista ma unitario. Ora con il lancio della lista “Verdi e sinistra alternativa” siamo ad una prima realizzazione concreta di questa visione. Saranno poi gli elettori a decidere chi sarà eletto e fin dove arriverà questa proposta, che è ad ogni modo l’unica vera novità nel panorama politico ticinese.

 

 

 

Prima delle elezioni cantonali il PS era dato in difficoltà e lei era stato glaciale, affermando che “se il PS perderà il seggio sarà solo perché se la sarà cercata”. Si sente di scusarsi con Igor Righini?

 

La mia era una semplice costatazione oggettiva, non vedo proprio cosa ci fosse di offensivo. Sono naturalmente contento che il PS non abbia perso il seggio e non l’ho mai nascosto.

 

 

 

I socialisti sono usciti dalla tornata cantonale ringalluzziti e lei, unitamente ai suoi dei Forum alternativo e altre forze della sinistra, salite sul carro dei vincitori?

 

Nient’affatto. Basta andare a rileggere gli editoriali dei nostri Quaderni per vedere che è da lungo tempo che ipotizziamo la creazione, anche in vista delle elezioni federali, di una lista di sinistra alternativa e ambientalista. Concretamente abbiamo cominciato a lavorarci già nell’autunno dell’anno scorso. La scelta sarebbe stata esattamente la stessa anche in caso di risultati differenti del PS alle ultime cantonali.

 

 

 

A sinistra vi siete guardati male per anni e oggi vi abbracciate tutti quanti, PS, Verdi, Forum alternativo e comunisti, ma solo perché ci sono le elezioni. Ma questa mossa è credibile agli occhi degli elettori?

 

Noi del Forum non abbiamo mai guardato in cagnesco nessuno, e sin dall’inizio abbiamo sempre battuto il chiodo della necessità di unirsi, anche quando non si è perfettamente d’accordo su tutti i punti. Tant’è vero che ci si può tesserare per il Forum anche avendo la tessera di un altro partito o movimento. In qualche mese ci hanno contattato oltre duecento persone. La destra padronale ha sempre approfittato della malsana tendenza della sinistra a suddividersi in molti rivoli. Basti vedere cosa è capitato in Italia, e non solo alle ultime europee, dove se i Verdi e Sinistra italiana si fossero uniti, avrebbero di gran lunga superato il quorum. Ricordiamoci che negli anni 30 del secolo scorso, senza la suddivisione della sinistra, forse il nazi-fascismo non sarebbe arrivato al potere.

 

 

 

Righini del suo rapporto con il PS ha parlato di un suo sentimento “di odio e amore”. Ha azzeccato oppure no?

 

Ho cominciato la mia formazione medica con 3 anni di psichiatria: Freud mi ha insegnato che ogni rapporto emozionalmente intenso include sentimenti contrastanti, che si possono alternare nella loro intensità. Evidentemente di fronte al PS, nelle cui fila conto amicizie profonde, non posso essere neutro.

 

 

 

Si può dire che non digerì mai il trattamento ricevuto da candidato al Consiglio degli Stati? Oggi quella fase tormentata è alle spalle: ma lei si sente ancora membro del PS?

 

Nel 2011 esponenti decisivi del PS commisero una serie di errori madornali nella formulazione delle liste, nella scelta dei tempi e nel consigliare di votare “anche Abate, per evitare Morisoli”: persi per una manciata di voti da Abate, a Morisoli diedi diverse migliaia di voti di distacco. In pratica perdemmo due seggi: uno al Nazionale, e l’altro agli Stati. Almeno un minimo di autocritica si sarebbe potuto pretendere. Però, da quando ho cominciato a fare politica ancora adolescente, sono sempre stato socialista. Ma, senza volere andare all’estero, anche da noi questo termine abbraccia un arco molto vasto, che va da Jean Ziegler a diversi Consiglieri di Stato, che sono in fondo dei perfetti liberali.

 

 

 

A proposito della corsa agli Stati, lei è un fan della candidatura di Greta Gysin e del ticket a sinistra con Marina Carobbio? Perché trova sarebbe sbagliato presentarsi con una candidata unica?

 

La scelta della candidatura unica o della doppia candidatura di area è una questione fondamentalmente tattica. Io, essendomi presentato tre volte per gli Stati, ho fatto sia l’una che l’altra esperienza. In questo momento la mia impressione è che se si vuole creare un ampio movimento unitario che possa poi sfociare in una candidatura vittoriosa al secondo turno, ciò sia più facile con una doppia candidatura che non tralasciando parte dell’area rosso-verde, partendo sin dall’inizio con una candidatura unica. Marina Carobbio e Greta Gysin: penso che sia un duo che possa creare un grosso entusiasmo nell’area rosso-verde, non da ultimo essendo donne molto profilate e competenti in mezzo a tutti gli altri candidati maschi. Siamo nell’anno dello sciopero delle donne, siamo nell’anno dell’onda verde.

 

 

 

Comunque vada questa questione, sembra di poter dire che resteranno delle tossine. Insomma, una partenza falsa verso il 20 ottobre?

 

Non credo proprio, stiamo discutendo di aspetti tattici e di quale possa essere la scelta migliore per un risultato che sarebbe storicamente eccezionale.

 

 

 

A sinistra siete tutti uniti, fatta eccezione per il Movimento per il socialismo. Non se la sentirebbe di invitare Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini a correre con voi?

 

Certo che li abbiamo invitati: io e Beppe Savary siamo stati personalmente a trovarli entrambi nella loro sede già nel gennaio di quest’anno. Però la loro pregiudiziale, cioè non congiungere la lista con quella del PS; era inaccettabile per i verdi e per tutta l’altra area di sinistra, noi compresi naturalmente, al fine di riequilibrare la deputazione ticinese a Berna, oggi per nove decimi di destra.

 

 

 

La corsa per gli Stati si preannuncia appassionante: ci sarà ancora Filippo Lombardi (PPD), il PLR potrebbe puntare su Giovanni Merlini, Lega e UDC forse su Battista Ghiggia e Marco Chiesa. Faccia un pronostico: chi rappresenterà il Ticino alla Camera alta?

 

È ancora molto troppo presto per fare dei pronostici, a parte l’inossidabile Filippo, mancano ancora gli altri candidati borghesi. Io spero che tra i due rappresentanti del Ticino alla Camera alta ci sia finalmente anche una donna. Questa è l’ora!

 

 

 

E per il nazionale cosa le fa credere che il fronte a sinistra permetterà la conquista del secondo seggio e a scapito di chi?

 

Penso che il nostro programma corrisponda alle preoccupazioni più importanti dell’elettorato ticinese. Sono molto confidente che potremo strappare alla destra anti-sociale ed anti-ecologica almeno un seggio. A scapito di chi, si vedrà… Ci fosse stato anche Enrico Borelli, come chiesto da una petizione firmata da oltre 500 cittadini, magari si poteva puntare ancora più in alto. Ma lui, come ha spiegato in un’intervista in questo giornale, vuole essere solo sindacalista al 100%.

 

 

 

La Lega oggi le fa un po’ meno paura?

 

La Lega degli inizi aveva una componente sociale, chiedeva sostegno per gli anziani e la cassa malati unica. Ora è diventata la Lega dei Consigli di amministrazione e della spartizione della torta. Il Nano disse una volta” L’unico PS che mi farebbe paura sarebbe quello alla Cavalli”: Lui sapeva benissimo che la crescita della Lega era dovuta in buona parte alla scomparsa del PSA. Oggi la situazione si sta rovesciando: la Lega, ormai partito al potere, ha da molto tempo dimenticato i problemi e le aspettative sociali della gente. Un’altra ragione per lanciare e lanciarmi in questa offensiva rosso-verde.

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