di Luigi Pagani, detto ul matiröö
Sulle rive del Ceresio si narrano strane vicende. Si badi bene, sono solo voci di paese e come tali vanno prese. È però risaputo che le voci popolari, in molti casi, un seppur piccolo fondamento lo hanno. E se questa è vera, non tarderà a diventar di dominio pubblico.
La storia in questione parla di abusi edilizi sulle rive del bel Ceresio. Non è di certo una novità. Nei tempi passati, alcuni dei nostri avi, hanno svenduto il territorio a bordo lago a chiunque gli facesse svolazzare sotto il naso qualche banconota. Il risultato odierno è il bene pubblico lacustre cintato ben più di quanto sia a disposizione della popolazione.
Non ci credete? Se siete del genere “ciclisti audaci”, fatevi il giro del Monte San Salvatore per rendervi conto di quanti accessi pubblici al lago ci siano rispetto alle belle inferiate dorate tra Melide e Figino. Cosi, per dirne una, di costa.
Per carità, i nostri avi avevano delle attenuanti. Erano poveri e ignoranti, e così la prospettiva di diventar ricchi rapidamente senza far nulla, non poteva che allettarli.
Senza scusanti invece quelli venuti dopo, quei sprezzanti speculatori degli anni settanta-ottanta, ben protetti da amici politicanti che si guardavano bene dall’intervenire a difesa degli interessi della collettività, per cui teoricamente erano stati eletti. E la vicenda di cui narriamo oggi, dimostrerebbe che nulla è cambiato nei rapporti tra politici e speculatori. Perché di terra a bordo lago su cui lucrare, qualcosa oggi si trova ancora.
Coinvolto nella storia di cui si parla, ci sarebbe il gruppo immobiliare emergente degli ultimi anni, proprio quello che sta cementificando un po’ ovunque nel Cantone, ma con una particolare predilizione nel Luganese. Sarà per invidia o per curiosità, sono in molti a chiedersi la provenienza dei fondi che gli hanno consentito nel giro di pochi anni di diventare il più importante palazzinaro del panorama cantonale. Ma questa è un’altra storia, di cui parleremo un’altra volta. Ebbene, si dice che il gruppo abbia edificato una di quelle ville lussuose in posizione esclusiva a bordo riva del Ceresio, in una personale interpretazione delle norme edilizie.
Per soddisfare i desideri del riccone di turno e render ancor più pregevole la villa a bordo lago, è nata l’idea geniale di attrezzarla con una bella spiaggietta che fa tanto chic. C’è un piccolo problema, non si poteva fare. Secondo problema, qualcuno si sarebbe accorto e avrebbe filmato tutto. E perdipiù erano dei giornalisti, dei maledetti ficcanaso. Il giorno dopo, l’impresa ordina agli operai di far sparire la spiaggetta, risistemando meglio che si può. I maledetti ficcanasi chiedono un parere al municipale responsabile delle costruzioni sul territorio comunale. Quest’ultimo, con estrema scioltezza, risponde: «E vabbè, che problema c’è? Han messo a posto, no?» dice l’eletto del popolo. Peccato che neppure la villa sembra essere a norma…
Nel frattempo, legioni di prezzolati azzeccagarbugli al soldo dei new rich, si mobilitano a far la voce grossa coi superiori dei ficcanasi. I superiori, rinomati per aver un coraggio pari a quello del Leone del Mago di Oz, bloccano d’autorità un servizio ormai concluso.
A questo punto, occore una precisazione. Se questa volta non abbiamo fatto i nomi come siamo soliti fare, non è per particolar riverenza o timore. È una questione di rispetto. Non vogliamo spoilerarvi l’intera storia prima della sua messa in onda. Perché da buoni sognatori romantici che siamo, confidiamo che prima o poi, succederà. Altrimenti ci toccherà raccontarvela nuovamente, spiegando perché da noi certe cose non succedono…