Perché mi ricandido

di Red

 

Serata del 12 giugno, Verdi, Pc e Forum presentano il programma e i candidati della lista Verdi e Sinistra Alternativa per le elezioni federali del prossimo ottobre. Pubblichiamo l’intervento di Franco Cavalli, candidato al Consiglio Nazionale.

 

Molte persone, e non solo tra i lettori del Mattino della Domenica, mi hanno chiesto come mai mi stia rimettendo in gioco dopo 12 anni di assenza dalla Berna federale. È stata una decisione difficile, che mi è costata parecchie notti insonni. Ma alla fine se mi sono deciso a ricandidarmi è perché questa esperienza d’unità tra Verdi e la sinistra alternativa mi entusiasma, anche perché la considero un esempio che potrà far scuola in altri cantoni. Dopo decenni passati a dividerci, magari su quisquiglie, indebolendoci sempre di più e permettendo agli avversari talora addirittura di umiliarci, ora abbiamo voltato pagina e con questa lista unitaria passiamo all’offensiva.

 

Ci sono però anche tutta una serie di ragioni contingenti che mi hanno spinto a accettare di ricandidarmi. Tra le tante voglio solo accennare al caos pensionistico, che arrischia di punire soprattutto le giovani generazioni, e quell’enorme cantiere, che secondo me va completamente ripensato, che va sotto il termine di "care" e che significa tutto quanto possiamo e dobbiamo fare per aiutarci l’un l’altro a vivere meglio. Oggi tutto questo lavoro grava sulle spalle delle donne: se dovessimo ricompensarle economicamente per tutto quanto fanno volontariamente, dovremmo investire dozzine di miliardi di franchi ogni anno. Ma così non può continuare.

Vorrei però accennare particolarmente alle tre ragioni principali che mi hanno fatto ridiscendere nell’arena politica.

 

1. Essendo da decenni attivo in una serie di progetti umanitari in varie parti del mondo, non posso non essere sconvolto quando sento che Ignazio Cassis vuole buttare a mare 50 anni si esperienze, talora parecchio positive, dell’aiuto svizzero all’estero, per allineare tutti i nostri programmi agli interessi delle nostre multinazionali e dei nostri monopoli, che assieme a monopoli simili di altri paesi sono la causa principale della povertà dei paesi del Sud.

 

2. L’aspettativa di vita è una delle cartine di tornasole più sensibili della situazione della società. Negli ultimi anni l’aspettativa di vita nei paesi occidentali non è più aumentata: ciò che aumenta sono invece le differenze anche da questo punto di visto tra poveri e ricchi. In Francia il 5% più ricco ha un’aspettativa di vita di 14 anni più lunga del 5% più povero della popolazione. Se globalmente la nostra aspettativa di vita non aumenta più è a causa del peggioramento della situazione ambientale e dell’esplosione del precariato lavorativo, con conseguente peggioramento della situazione sociale. Questo dimostra che, come abbiamo fatto con questa nostra lista unitaria tra sinistra alternativa e Verdi, i problemi globali vanno affrontati assieme: chi pensa di poter risolvere i problemi ambientali senza considerare la situazione sociale finisce per creare reazioni come quelle dei Gilets jaunes.

 

3. Con due iniziative popolari avevo cercato nel passato di risolvere i problemi della LAMal: avevo fallito, perché le cassi malati a suon di milioni avevano combattuto queste iniziative, che avrebbero risolto gran parte dei problemi con i quali siamo confrontati oggi. Tutti i sondaggi indicano che l’aumento esplosivo dei premi di cassa malati è la preoccupazione principale degli svizzeri. Ma c’è ancora di peggio: siamo ormai alla medicina a due velocità, una per i ricchi, l’altra per i poveri. Nel settore di cui mi occupo i nuovi medicamenti possono arrivare a costare circa 150'000 franchi all’anno per paziente, e questo perché i grandi monopoli farmaceutici, i cui CEO guadagnano dozzine di milioni all’anno, fanno guadagni stratosferici ed il Consiglio federale non ha la volontà di opporsi a questo stato di cose. Di conseguenza i pazienti ricchi possono usufruire di questi farmaci spesso tre o quattro anni prima degli altri. E le conseguenze le vediamo: nel Canton Ginevra per esempio se un uomo appartenente al 20% più ricco della società sviluppa un cancro alla prostata vive il doppio rispetto ad un paziente che appartiene al 20% più povero. Combattere l’aberrazione di una medicina a due velocità, diversa per i ricchi o per i poveri, è la motivazione principale che mi ha convinto a candidarmi.

 

 

Il nostro obiettivo minimo è riguadagnare un seggio all’area progressista: ma forse possiamo mirare ancora più in alto. Ciò che è per me sicuro è che la sera del 20 ottobre alla Casa del Popolo festeggeremo la vittoria.