Caldo, plastica, barche a motore e rifiuti: come sta davvero il Ceresio?

Andrea Stephani, Verdi del Ticino

 

Questa mattina ho presentato un’Interrogazione al Consiglio di Stato sulla problematica dello stato di salute generale del Lago Ceresio.

 

Come ogni anno, infatti, nel mese di giugno l’OASI (Osservatorio ambientale della Svizzera italiana), in collaborazione con il Laboratorio cantonale, diffonde i risultati del monitoraggio della qualità igienica delle acque di balneazione, attribuendo all’inizio di ogni estate un voto alla qualità dell’acqua di lidi e bagni pubblici sulle rive del Verbano e del Ceresio; una valutazione che però tiene in considerazione unicamente la presenza di Escherichia coli e batteri fecali.

 

Tuttavia, la valutazione relativa alla qualità delle acque di laghi e fiumi dovrebbe andare oltre le analisi di routine menzionate. L’ecosistema del Lago Ceresio, infatti, andrebbe valutato anche dal punto di vista della flora e della fauna ittica, da quello delle conseguenze che il surriscaldamento climatico ed il conseguente innalzamento delle temperature comportano sulle condizioni dell’habitat lacustre ed, infine, anche da quello della pressione dell’azione antropica che si traduce nella problematica della diffusione e della dispersione nell’ambiente delle (micro)plastiche e, più in generale, dei rifiuti.

 

L’Interrogazione (vedi sotto) si prefigge lo scopo di fornire una radiografia più precisa dello stato di salute del Ceresio e di chiedere lumi sull’avanzamento di alcuni progetti legati proprio al lago e alle sue rive (riguardanti in particolare il recupero ecologico e la fruizione pubblica), alla qualità delle sue acque e alla presenza di rifiuti (e alle modalità previste per la loro rimozione) e alle finalità che il lodevole Dipartimento del Territorio intende perseguire in futuro.