di RedQ
Invece dei regali fiscali ai ricchi... Nel sondaggio online che avevamo fatto un po’ più di un anno fa, il tema dominante per quanto riguardava gli studi universitari era risultato essere quello delle esorbitanti tasse di iscrizione all’USI (vedi tabella sottostante).
Negli altri atenei svizzeri già la proposta di un minimo aumento di tasse infinitamente più basse di quelle dell’USI (esempio recente: vedi Friborgo) provoca regolarmente degli scioperi studenteschi. Da noi invece purtroppo non è (ancora) il caso, ma forse qualcosa si sta muovendo.
Queste esorbitanti tasse di iscrizione si spiegano, almeno in parte, con il fatto che il Canton Ticino investe nella sua università molto meno di quanto facciano gli altri cantoni. In media cantoni anche con università molto più grandi coprono circa il 50% della spesa corrente della loro università: in Ticino siamo al di sotto del 30%. Questo significa un risparmio per le casse cantonali di almeno 20 milioni all’anno, che vanno in parte a ricadere sulle spalle dei genitori di coloro che si prendono il lusso di studiare all’USI.
Sembra che una delle ragioni per cui alcuni studenti ticinesi preferiscono studiare negli atenei del Nord Italia risieda proprio nel fatto che lì l’iscrizione è quasi gratuita.
Ancora recentemente l’ex-Segretario di stato alla ricerca Mauro Dell’Ambrogio, uno dei grandi patrocinatori della struttura attuale dell’USI, ha sottolineato come con questo ateneo si sia anche voluto dimostrare che “si può spendere meno per l’università”. Dell’Ambrogio si riferiva anche, e forse soprattutto, alla nascente facoltà di biomedicina, non da ultimo perché egli da anni sta sostenendo che queste facoltà costano troppo. Così, mentre negli altri cantoni gli ospedali universitari usano almeno una parte dei sussidi cantonali alla ricerca per finanziare le cure ospedaliere, da noi per intanto è piuttosto l’EOC che si ritrova a sussidiare le ricerche dei professori di medicina dell’USI: e fonti ben informate sostengono che finanziamenti cantonali troppo limitati stanno addirittura mettendo in pericolo una realizzazione ottimale di questa facoltà di scienze biomediche, che rappresenta probabilmente il progetto principale che il Canton Ticino ha attualmente in cantiere, pensando anche ai possibili sviluppi nei settori industriali delle biotecnologie.
Invece di regalare dozzine di milioni di imposte annualmente ai superricchi, come si è fatto con l’ultima riforma fiscale e come sembra si intenda fare anche con la prossima, varrebbe quindi molto di più la pena di investire maggiormente in questo settore strategico. Per fare un solo esempio, il Canton Zurigo spende 600 milioni all’anno per la sua università: il Ticino da 20 a 30 volte meno! Nel nostro Gran Consiglio c’è chi, soprattutto tra coloro che fanno di solito “i risparmisti”, si lamenta del fatto che troppi laureati ticinesi siano obbligati a recarsi a nord delle Alpi per cercare un lavoro adeguato. Non sarebbe male se queste forze politiche si facessero un esame di coscienza durante la legislatura che sta ora iniziando.
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