Bambini ammalati di cancro nella Striscia di Gaza

di Francesco Ceppi, oncologo pediatra

 

Maggiore incidenza e grosse difficoltà nel trattamento dei piccoli pazienti, causa Israele e le divisioni politiche.

Fonti scientifiche internazionali (https://www. wcrf.org) ed in base ad un calcolo approssimativo (siccome i dati sono solo in parte confrontabili), si può stimare che la prevalenza di tutti i casi di cancro a Gaza nel 2018 sia di 437 malati su 100 mila abitanti, cioè vicina ai valori peggiori della graduatoria mondiale (il massimo è 468 in Australia) e quasi il doppio del valore del vicino Israele: 233,6.

 

Secondo il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR), l’allarme è tanto più grave per i bambini: i soggetti fino a 14 anni affetti da cancro sono 760, cioè circa 92 ogni 100 mila, che corrisponde all’11% dei casi totali di cancro a Gaza (dati non ufficiali, approssimativi ma già indicativi). Questi dati, se comparati con quelli internazionali del 2018, secondo i quali il cancro nel mondo colpisce poco più dell’1% dei soggetti dai 14 anni in giù, ci dicono che a Gaza colpisce invece almeno 9 volte in più tale fascia di età. Inoltre mentre nel mondo oltre l’80% dei cancri colpisce persone sopra i 50 anni di età, a Gaza, dove tale fascia di età rappresenta solo il 10% del totale, sono colpiti soprattutto bambini e giovani che costituiscono il 50% della popolazione: ciò significa che in questa fascia di terra la percentuale di casi tra i giovani e i bambini è enorme.

 

La maggior frequenza di cancro a Gaza si può spiegare solo con cause eccezionali, in questo caso, ed in particolare per il confronto coi dati dell’adiacente Israele che ha una prevalenza di cancro di quasi la metà. Quindi, questi dati si spiegano con la diffusa contaminazione ambientale della Striscia di Gaza dovuta alla mancanza di fognature e di impianti di smaltimento dei reflui sia liquidi che solidi, mai ricostruiti dopo i bombardamenti massici di tre guerre, ma soprattutto per l’inquinamento da elementi radioattivi e sostanze tossiche, portate dai bombardamenti israeliani, che hanno avvelenato le falde idriche, il suolo e sottosuolo, gli alimenti, gli esseri umani ed anche gli animali.

 

Per gli esseri umani, l’avvelenamento, inizia già in utero e poi continua sin dalle prime fasi di vita autonoma (veicolo il latte e l’acqua, poi i cibi), ed in seguito attraverso il terreno ed il mare dove i piccoli ci giocano sempre. I contaminanti rilasciati in abbondanza dagli strumenti di morte israeliani hanno un potere di generare mutazioni genetiche sulle cellule normali. Di conseguenza ci possiamo aspettare, che si produrranno sempre di più tumori. Inoltre è facile prevedere effetti analoghi per infertilità, aborti, malformazioni e malattie genetiche (ma questi anche ereditabili e quindi destinati ad affliggere le generazioni successive e future).

 

 

 

L’incidenza del cancro infantile è dunque molto alta, ma com’è la situazione dal punto di vista delle cure e della sopravvivenza dei bambini affetti da tumore?

 

Nella Striscia di Gaza si assiste al continuo deterioramento delle condizioni sanitarie e dello stato dei servizi per i pazienti oncologici, compresi i bambini, che nella Striscia sono privi del diritto di essere curati secondo i migliori standard. Secondo verifiche effettuate dal PCHR, la condizione degli 8500 pazienti affetti da tumore nella striscia di Gaza, tra cui 640 bambini, è molto pesante, per la mancanza di medicine, forniture mediche e dispositivi diagnostici e terapeutici, carenza di oncologi, e per la sempre maggiore difficoltà di rifornimenti energetici negli ospedali.

 

Anche le restrizioni israeliane imposte al trasferimento dei bambini malati di cancro e dei loro accompagnatori sono tra i maggiori ostacoli che impediscono a questi bambini di ricevere un trattamento adeguato. Inoltre, il Dr. Mohammed Abu Selmeya, direttore dell’ospedale al-Rantissy per la terapia del cancro, l’unico ospedale nella Striscia di Gaza in grado di curare i bambini affetti dal cancro, ha detto al PCHR che sono 640 i bambini con cancro nella striscia di Gaza, tra un mese e 12 anni. Ha aggiunto che la leucemia è il primo tumore che colpisce i bambini, seguito da linfoma e da cancro al cervello. Ha inoltre parlato delle diverse difficoltà che l’ospedale deve affrontare nel trattamento di questi pazienti: in primo luogo la mancanza di medicine e presidi medici necessari per il loro trattamento, tanto che la mancanza di chemioterapia è il problema più grave che devono affrontare questi pazienti.

 

Un altro problema è rappresentato dalla difficoltà nell’inviare i pazienti pediatrici per cure all’estero a causa delle restrizioni di viaggio imposte dalle autorità israeliane sui bambini che altrimenti sono destinati a morire. Restrizioni non motivate e che si prolungano per lunghi periodi, anche fino a 3 mesi. In aggiunta le autorità israeliane spesso impediscono alle madri e ai padri di accompagnare i loro figli, che soffrono per le loro gravi condizioni di salute, durante il trattamento all’estero.

 

Inoltre il Dr. Muneer al-Bursh, direttore generale del dipartimento di farmacia del Ministero della salute palestinese, ha detto al PCHR che la carenza di farmaci in generale e per il trattamento del cancro ha raggiunto livelli senza precedenti nel 2018: ad esempio a luglio mancavano ben 42 tipi di farmaci per il trattamento del cancro, cioè il 65% dei medicinali necessari ai malati di cancro.

 

Ha anche detto che il divieto israeliano sull’ingresso di dispositivi radiologici diagnostici necessari per diagnosticare tumori maligni provoca ritardo nelle diagnosi, ostacola l’intervento terapeutico e mette a rischio la vita dei pazienti. Va notato che i pazienti con cancro, in particolare i bambini, che richiedono cure all’estero, affrontano molti ostacoli che influenzano negativamente le loro condizioni di salute.

Secondo informazioni del dipartimento di coordinamento del Ministero della salute, nel 2018, le autorità israeliane hanno impedito il viaggio a 10.057 pazienti che necessitavano di cure in ospedali israeliani o della Cisgiordania. Le autorità israeliane adottano una serie di restrizioni che mirano deliberatamente a privare i pazienti della possibilità di avere accesso alle cure all’estero: ostacolando il trasferimento dei pazienti senza alcun motivo; impedendo loro di viaggiare per cause legate alla famiglia.

 

E va tenuto anche conto, che il costo dei numerosi farmaci antitumorali recentemente approvati, delle terapie cellulari, della radioterapia avanzata e delle tecniche chirurgiche creerà sfide sostanziali a causa delle insufficienti risorse del sistema assicurativo del governo palestinese.

 

 

Politici, responsabili politici, governi stranieri e ONG devono sviluppare strategie per affrontare questi problemi. Le associazioni di specialisti del cancro, personale infermieristico qualificato e personale paramedico e programmi di formazione non strutturati rappresentano sfide per migliorare la cura del cancro nei territori palestinesi. Rafforzare gli attuali programmi di formazione attraverso partnership con organizzazioni internazionali, università di medicina e scuole infermieristiche, sia a livello regionale che internazionale, può aiutare ad affrontare queste sfide. Inoltre la comunità internazionale deve assolutamente premere sulle autorità israeliane affinché pongano fine a tutte le restrizioni imposte ai viaggi dei pazienti, in particolare ai bambini affetti da tumore che necessitano di cure specialistiche. Inoltre devono spingere le autorità israeliane perché consentano l’ingresso di tutti i tipi di medicinali e forniture mediche nella Striscia di Gaza, compresi i dispositivi diagnostici radiologici per la diagnosi dei tumori.

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