Storie di lago bis

di Luigi Pagani, detto ul matiröö

 

Il nostro è uno strano cantone, dove succedono cose ancor più strane. Se tagli 20 metri quadrati di un canneto per liberare l’accesso al lago alla darsena senza autorizzazioni, giustamente, vieni condannato. È successo a Figino, territorio comunale di Lugano, zona Casoro, vicino a uno dei rari tratti di accesso pubblico al nostro magnifico lago. 

La giudice li ha ritenuti colpevoli per non aver richiesto l’autorizzazione, specificando che il dragaggio di terra e inerti ha compromesso la riproduzione della fauna ittica. Bene, giusto. Vi è da esser felici di come la nostra polizia, lacuale o comunale di Lugano che sia, sempre di vedetta, non sfugga nulla. O quasi.

 

Quando stavano costruendo per giorni una villa a bordo lago, con spiaggetta esclusiva proprio di fronte a Lugano, erano distratti, probabilmente con lo sguardo girato altrove. Probabilmente anche i magistrati quel giovedì sera che andava in onda, non stavano guardando la “nòsa tv”. Altrimenti avrebbero notato quella montagna d’inerti dragati per costruire la bella spiaggetta abusiva. Al loro attento occhio inquirente, non sarebbe sfuggito il successivo dragaggio della montagna d’inerti fatto in fretta e furia senza precauzioni alcuni. Dragavano, dragavano, mentre altri guardavano altrove. D’altronde, non è mica provato che lì sotto ci fossero dei pesci.

 

Chissà poi cosa conteneva quella terra utilizzata per costruire quella spiaggia nata dal nulla. Voci maligne da bar, parlano d’inerti arrivati da vecchi stand di tiro ormai abbandonati. Impossibile verificarlo da semplici profani. In ogni caso, se a qualcuno venisse in mente, meglio chiamare la tuttofare del lago del presidente della navigazione Lugano, per far sparire tutto velocemente. Meglio fare tra da nüm, come piace ai municipali luganesi.

 

Come dite? A Figino hanno condannato il giardiniere e il titolare della ditta subappaltante? Eh, ma son casi diversi. Nella Lugano da bere si fanno le giuste distinzioni. La gente per bene e gli altri. Ad esempio, metti che una signora perbene possegga uno stabile a bordo lago, puta caso a Gandria, comune di Lugano. Sfiga vuole che lo stabile malmesso, sia un bene storico. Per ristrutturalo, bisogna rispettare delle norme particolari. Vuoi che sia un problema, nel regno del tra da nüm?

 

A Lugano c’è sempre un uomo veloce che può provvedere. Lo ha fatto in tanti casi, non sarebbe una novità. Magari con una bella notifica di costruzione senza comunicarla alla plebe. Come dite? La licenza di costruzione dovrebbe essere resa pubblica perché è un bene protetto? Dettagli, burocrazia inutile, che complica la vita alla gente perbene, quelli che fan girare i danee. Tanto più che quelli incaricati di vigilare sulle orde straniere, mica si possono distrarre se qualche persona per bene sta devastando il territorio.

 

“Dove gh’è danee n’è se sent”, dicono a Milano. Da noi no, perché certe cose non succedono….

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