Sul serio, vuole una rivoluzione?

DI SARAH SCHMALZ (INTERVISTA)

 

In Ticino il dumping sociale prevale come nel selvaggio West, dice Franco Cavalli. Il candidato al Consiglio nazionale ticinese non si batte quindi solo per una migliore protezione salariale. Vuole anche un dibattito sull'Europa e la migrazione.

 

 

WOZ: Signor Cavalli, lei ha passato la maggior parte della sua vita in Ticino. Non era a volte troppo angusta per lei questa provincia tra la Svizzera tedesca e l'Italia?

Franco Cavalli: Oh sì! Una volta in un'intervista ho detto quale era il mio ideale di vita: sei mesi qui, sei mesi a New York. Gli antimperialisti mi ha criticato: perché non hai detto a Pechino o all'Avana? Il Ticino però sta cambiando. Lugano, Bellinzona e Locarno crescono in modo da formare un solo spazio urbano. Penso di essere rimasto, perché volevo dimostrare che anche qui si potevano fare tante cose. E mi piace la mentalità dei ticinesi, sono più veloci e più creativi del super saturo svizzero tedesco. Questo è anche quello che intendevo quando all'epoca ho definito il PS un partito pigro e di funzionari.

 

Quali sono i grandi temi da affrontare per le elezioni in Ticino?

In Ticino ci sono circa 10'000 persone che non possono pagare i premi dell'assicurazione malattia e rischiano di non essere trattati. Per il 51 per cento delle persone, i premi rappresentano il doppio di tutte le imposte messe assieme. I salari sono molto più bassi rispetto a quelli della Svizzera tedesca. Questo è il secondo grande problema, il dumping salariale. Il Ticino non può essere paragonato ad altre regioni di confine svizzere. La differenza nel tenore di vita tra qui e la Lombardia è molto più alta di quella tra Basilea e il Baden-Württemberg. Ecco perché abbiamo il dumping sociale come nel Far West.

 

Finora la Lega ha beneficiato di questa situazione di conflitto, perdendo però per la prima volta alle elezioni cantonali ticinesi in primavera. Come mai?

La Lega è diventata il partito di maggioranza ed è ora al potere. Ma questo non ha per niente cambiato la situazione e la gente se n'è accorta.

 

La risposta della Lega verso i frontalieri è la xenofobia e l'ostilità verso l'Europa. Qual è la risposta del ForumAlternativo, per il quale lei è candidato?

La Lega fa finta che basti cancellare la libertà di circolazione delle persone - e poi tutto andrà bene. Ma il dumping salariale esisteva già prima degli accordi bilaterali. Noi stiamo lottando per salari minimi più alti, contratti collettivi di lavoro e maggiori controlli. La Confederazione deve mettere urgentemente a disposizione del Cantone Ticino fondi supplementari per far fronte a questa situazione particolare.

 

Ci sono anche tendenze antieuropee all'interno dei movimenti populisti di sinistra. Cosa ne pensa dell'UE?

Più passa il tempo, più mi avvicino a coloro che pensano che l'Unione europea non sia più riformabile. E' diventata piu' neoliberale ad ogni nuovo trattato. Non esiste più una protezione salariale, il servizio pubblico è alla mercé delle privatizzazioni e così via. Oggi, nell'Unione europea, il capitalismofinanziario ha il sopravvento e fa ciò che vuole. Lo si può vedere nei negoziati sull'accordo quadro: in questo caso la Svizzera è, assurdamente, quasi di sinistra.

 

Ma tutto ciò non è una questione dell'Unione europea quale istituzione, ma delle forze politiche che dominano l'Europa!

Certo che si tratta anche di ciò. Ma è ingenuo credere, come fa il PS, che si possa semplicemente aderire all'UE e poi spostarla dall'interno verso sinistra. Non tutti i trattati sono così facili da abolire. Ci vuole qualcosa di più di una vera rivoluzione (ride).

 

Dice sul serio?

Perlomeno credo che solo i nuovi movimenti di sinistra possano salvare l'Europa realizzando una visione europea diversa.

 

Come la Lega, anche una parte della sinistra populista persegue una politica xenofoba. Vuole limitare l'immigrazione con l'argomento della protezione dei salari.

Sahra Wagenknecht del partito tedesco Die Linke, che argomenta in questo modo, su un punto ha perfettamente ragione: dobbiamo stare attenti a non far venire semplicemente manodopera a basso costo. Ovviamente dobbiamo aiutare le persone in fuga. Ma continueremo a sfruttare i paesi del Sud, se le loro forze migliori emigrano verso l’Europa. E' anche molto più economico per noi portare 1500 medici da altri paesi invece di formarli qui. Ma così stiamo dissanguando molti paesi - e la pressione salariale sta aumentando.

 

Quindi: frontiere e cancellazione dei trattati bilaterali?

No! Gli accordi bilaterali hanno fruttato molto alla Svizzera. Dobbiamo continuare su questa strada. Nella ricerca sul cancro, ad esempio, traiamo grandi benefici dai finanziamenti dell’UE. Ma dobbiamo assolutamente correggere gli aspetti negativi. Mia moglie è a capo del personale infermieristico degli ospedali pubblici ticinesi. Da quando la formazione di frontalieri è stata intensificata, la percentuale dei frontalieri è scesa dal 25 al 20 per cento. E' quello che vogliamo. 

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