Inchiesta Alptransit Monte Ceneri : l’operaio testimone chiave subisce minacce

Sindacato Unia Ticino e Moesa

La magistratura deve accelerare le indagini. Il testimone chiave ancora senza lavoro e oggetto di ripetute pressioni e minacce. 

 

È quanto si sta consumando a margine dell'inchiesta della magistratura ticinese sulle gravi irregolarità riscontrate sul cantiere Alptransit della galleria del Monte Ceneri nell'ambito dei lavori di posa dei binari. Irregolarità denunciate pubblicamente da alcuni operai, cui si calcola sono stati sottratti almeno 3,5 milioni di franchi di salari, pari al 40-45 per cento di quanto loro dovuto.

 

Il sindacato Unia Ticino, che ha seguito la vicenda sin dall'inizio ed ha accompagnato i lavoratori nel difficile percorso dell'inchiesta (prima giornalistica e poi della magistratura), prende atto con preoccupazione per le conseguenze che sta patendo Fouad Zerroudi, l'operaio che ha lavorato sul cantiere di Camorino tra il 2017 e il 2018 e che ha avuto il coraggio di raccontare tutto a viso aperto alla trasmissione della Rsi Falò: turni di lavoro infiniti e ritmi infernali, buste paga taroccate, assenza totale di controlli, violazione delle norme di sicurezza, eccetera.

 

Rientrato in Italia, Fouad Zerroudi sta oggi pagando a caro prezzo il suo coraggio: poco dopo aver trovato un impiego (cosa in sé piuttosto semplice essendo un operaio specializzato) presso un'impresa italiana, è infatti stato licenziato e oggi, a sei mesi di distanza, non ha ancora trovato un impiego. E in più subisce dal suo ex datore di lavoro in Svizzera (la GCF SPA di Roma che fa parte del consorzio italo-svizzero Mons Ceneri che ha vinto l'appalto) continue pressioni: i dirigenti gli avrebbero fatto sapere per bocca di alcuni colleghi e, con modi più o meno cordiali, che se ritirasse la denuncia in Ticino otterrebbe un lauto compenso. Come se questo non bastasse, nelle scorse settimane Fouad Zerroudi è stato oggetto di vere e proprie intimidazioni da parte di sconosciuti.

 

Alla luce di questa preoccupante situazione, il sindacato Unia chiede alla magistratura di proseguire celermente con l’attività istruttoria anche a tutela delle persone coinvolte.