di ForumAlternativo
130mila profughi e centinaia di morti tra i civili. Tra questi, Hevrin Khalaf, nota attivista che si batteva per i diritti delle donne nella regione, è stata brutalmente assassinata a sangue freddo da un gruppo jihadista alleato della Turchia. Altre centinaia di miliziani dell’Isis, finora detenuti, sono ora in fuga grazie ai bombardamenti dell’esercito turco al campo dove erano prigionieri.
È il risultato della devastante operazione militare ordinata dal neosultano turco Recep Erdogan.
È solo l’inizio. L’intento di Erdogan è annientare un modello sociale rivoluzionario in corso da anni in quelle terre, fondato sulla partecipazione diretta dei cittadini, indipendentemente della etnia, di religione e di genere. Erdogan vuole cancellare l’esempio di una società autogestita, femminista e finalizzata al rispetto e la convivenza dei popoli che abitano in quelle terre, in un contesto di laicizzazione delle istituzioni.
Occupare militarmente una fascia di una trentina di chilometri nel nord della Siria, installandovi bande jihadiste da lasciare a controllo del territorio, nel quale insediare oltre due milioni di rifugiati per cambiare gli assetti delle popolazioni di quelle terre, nei secoli storicamente a maggioranza curda. È questa la soluzione finale auspicata da Erdogan per il Rojava.
Ed è altrettanto chiaro, che l’esempio dal carattere rivoluzionario del Rojava, non piaccia a nessuno dei governi. È un esempio pericoloso, potenzialmente contagioso.
Sulla guerra scatenata dalla Turchia vi è un’ipocrisia generalizzata, che va dagli Stati Uniti alla Russia, passando per l’Europa. La Svizzera non è un’isola felice. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti. Chiediamo con forza che la Confederazione si adoperi per l’attuazione di queste misure:
- La fine immediata delle operazioni belliche e il ritiro delle truppe turche e i suoi alleati
- L’immediato bando delle armi all’esercito turco da imprese svizzere o insediate in Svizzera
- La sospensione dei rapporti diplomatici con la Turchia
- L’adozione di sanzioni contro Erdogan e i suoi parenti
Una volta ritiratesi le truppe turche e i loro alleati, la Svizzera deve farsi promotrice di una conferenza di pace che coinvolga le parti in causa e che si ponga tra i suoi obiettivi principali il legittimo diritto di curdi, siriaci, assiri, yazidi e altri popoli del nord-est della Siria, di poter determinare liberamente il destino delle proprie vite. Non ci sarà mai pace in quelle terre per chi s’illude di tornare a un regime totalitario e oppressivo nei confronti delle minoranze etniche, guidato da clan familiari come prima dello scoppio della guerra.
ForumAlternativo inoltre, concentrerà le proprie forze per sostenere materialmente le popolazioni del Rojava attraverso le iniziative promosse da Ong, in particolare dal "Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane", e si dichiara disponibile a partecipare e promuovere una grande manifestazione a livello nazionale per dire basta alla guerra in Rojava.