Prima i nostri

di Luigi Pagani, detto ul matiröö

 

Patria, Chiesa e Famiglia. Sono i valori sacri e indissolubili alla destra. Sia quella che si presenta sotto le spoglie del viso da chierichetto dai toni garbati che quella dal truce viso mascellare e dal petto gonfio e tronfio. Poco cambia, la sostanza è quella. Se poi uno ha nel nome proprio uno dei tre sacri valori, il destino segna la propria natura.

In quest’epoca di rigurgiti nazionalisti, si distingue particolarmente il motto “Prima ai nostri”. Un concetto ambiguo che, a volte, si traduce in “Pensa prima ai… tuoi familiari”. Immaginiamo, per puro caso, che uno sia il direttore di una casa anziani. La logica del motto, nella sua forma estesa, impone che ad occupar il posto di vicedirettrice chiami tua cugina. Per estensione della logicità del primanostrismo, a svolgere la funzione di segretariato nella casa anziani, vuoi non assumere il vicepresidente del tuo partito? Se poi crei una fondazione legata alla casa anziani, non puoi esimerti dal piazzarci una camerata di partito (“pensa prima ai… tuoi camerati”!).

 

La cosa è piuttosto normale, in famiglia e tra camerati ci si capisce meglio, le discussioni filano via lisce. Da grigionese, però, mi arrabbierei. “Prima i nostri, prima i nostri” e poi a occupar posti di comando nella mia Mesolcina si piazzano dei fuori cantone, addirittura provenienti dal luganese, notoriamente famosi per avere dei valori molti affini ai peninsulari?

 

Ma forse, sotto sotto, un legame diretto coi Grigioni c’è. L’uomo tutto patria, famiglia e che di cognome fa Chiesa, ha tappezzato il Cantone con una propaganda che non si vedeva da tempi memorabili. Non abbiamo idea degli stipendi che girino nei paesini dei Grigioni quale direttore di casa anziani, ma stando alle centinaia di migliaia di franchi spesi solo nella cartellonistica, le paghe devono essere molto, molto alte.

 

Oppure hai degli sponsor, certamente disinteressati dal farti eleggere, che lo fanno unicamente per amor patrio. Puta caso sia un grigionese con un patrimonio di oltre 10 miliardi di franchi a cui piace far credere che i suoi investimenti in politica siano spinti dalla generosità verso i ceti popolari, per la difesa dei loro interessi e non dei suoi profitti.

 

Ma di certo questa ipotesi va scartata. Chi ha scolpito nel cuore valori come ordine e disciplina, non violerebbe mai la legge sulla trasparenza dei fondi ricevuti da un candidato politico. Perché da noi, queste cose non succedono.

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