Amarezza e rabbia

di Luigi Pagani, detto ul matiröö

 

Questo sabato, invece delle consuete poche righe sarcastiche, diamo spazio all’amarezza, al disgusto e la rabbia. Vittima della violenza patriarcale possessiva, una donna è stata brutalmente assassinata. Rabbia, amarezza e disgusto provocano il fallimento della rete istituzionale che avrebbe dovuto proteggerla.

Denuncia per violenza domestica, un inutile divieto ad avvicinarsi costantemente violato, 514 sms intimidatori spediti in meno di tre di mesi di separazione. Quali altri segnali ci volevano per intervenire?

 

Per carità, non è sempre facile cogliere la portata reale della minaccia. Ma se la Svizzera ha una media di femminicidi superiore a Italia, Grecia e Spagna, vuol dire che nella prevenzione dell’odioso crimine, troppo resta ancora da fare.

 

Rabbia e indignazione provocate anche dall’incompetenza di una parte importante della Magistratura. Non dell’ultimo procuratore che si è sobbarcato il caso, portandolo in aula. Parliamo di lui, il Perugini che dei mentecatti eletti in parlamento lo proposero a capo della procura non perché fosse competente, ma perché della loro parrocchia. Ancora una volta, alla sua incompetenza si deve la lentezza delle indagini sul brutale assassinio e il rischio di mandarle in vacca. Fortunatamente se ne andato e oggi restano da smaltire le scorie della sua incompetenza.

 

Sfortunatamente però, dei suoi degni eredi si annidano nella Procura. Provate a rispondere a questa semplice domanda. Quanti dei 21 procuratori sapete citare a memoria? Con matematica certezza, direte meno di cinque, perché gli altri in aula non arrivano mai. L’inefficacia della magistratura non è solo una questione di deboli risorse, ma di manifesta inadeguatezza al ruolo di gran parte dei procuratori. Buona parte della colpa va attribuita ai partiti politici che, senza ritegno, propongono persone sprovviste dell’esperienza o competenze necessarie.

 

Houston, abbiamo un problema. Qualcuno dovrebbe pur dirlo.

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