Una Facoltà di Medicina a costo zero?

di RedQ

 

È da molto tempo che il Consiglio di Stato non si distingue per la sua progettualità, e questa è ancora un’affermazione probabilmente troppo gentile. 

Attualmente forse l’unico vero progetto, che potrebbe fungere da moltiplicatore per molte altre iniziative anche aziendali, è quello della Facoltà di Biomedicina, in parte già realizzata, ma che solo a partire dal 2020 verrà completata con l’inizio dell’attività della Master Medical School.

 

Vale anche la pena di ricordare come la visione e la proposta di creare una simile facoltà non sia per niente partita dal nostro Consiglio di Stato, ma piuttosto sia stata avanzata dai responsabili di vari istituti di ricerca ticinesi, appoggiati poi in modo molto importante dall’allora Segretario di Stato alla Ricerca a Berna Mauro Dell’Ambrogio. Anzi, per un lungo periodo di tempo, molti dei nostri “ministri” hanno mostrato un entusiasmo estremamente limitato per questa iniziativa. Recentemente il Consiglio di Stato ha incaricato lo stesso Mauro Dell’Ambrogio di preparare un rapporto sulla situazione finanziaria di questo progetto, soprattutto in rapporto all’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC). Il Caffè della domenica (7 luglio 2019) ha pubblicato degli estratti di questo pre-rapporto, estratti che nessuno ha contestato e che da fonte ben informata sono assolutamente autentici. Anzitutto Dell’Ambrogio riafferma che soprattutto il Master in Medicina sarà un affare per il cantone: come detto, chiunque abbia un minimo di comprensione di come si sviluppi il tessuto economico di una regione nell’era del sapere generalizzato, sa che non può che essere così.

 

Ma il bello viene ora: ricordiamoci anzitutto che lo stesso Mauro Dell’Ambrogio era temutissimo nelle sfere federali per essere “un risparmiatore di ferro”. In varie occasioni aveva anche detto che sperava che la nuova Facoltà di medicina dell’USI potesse dimostrare che si possono raggiungere gli stessi risultati spendendo molto meno di quanto fanno le facoltà di medicina negli altri cantoni. È difatti stranoto che altrove gli ospedali universitari usano dozzine, se non addirittura centinaia di milioni di franchi provenienti dai fondi di ricerca, in buona parte stanziati dai cantoni, per investirli nel migliorare il funzionamento del livello delle cure dei centri ospedalieri.

 

Da noi capita invece addirittura il contrario ed anche il “grande risparmiatore” Dell’Ambrogio non può evitare di criticare duramente il Consiglio di Stato scrivendo “il Cantone è sulla via di dotarsi ex novo di una Facoltà di medicina gratis con i risparmi imposti ad USI ed EOC”. Cioè, non solo il Ticino fa una figura barbina rispetto agli altri cantoni universitari per quanto riguarda gli investimenti in questo settore: noi poco più di 1% del PIL, Basilea e Zurigo per esempio, fatte tutte le debite proporzioni, investono 6-7 volte di più. Questa è una delle ragioni per cui tra l’altro le tasse di iscrizione all’USI sono nettamente più alte (v. Quaderno numero 21) che nelle altre università svizzere. Ma non solo: invece di investire, il Consiglio di Stato finanzia quello che è il progetto principale per il nostro Cantone, imponendo tagli milionari, sia a EOC che a USI.

 

Siamo ad una chiara contraddizione con il resto della Svizzera ed a farne le spese sono i nostri giovani. Ah già, quasi mi dimenticavo qual è la ragione di tutto ciò. Non si possono contemporaneamente, come previsto dopo il primo pacchetto fiscale e con quello attualmente in discussione, regalare 200 milioni ai superricchi e alle aziende che fanno profitti, e allo stesso tempo investire nel futuro.

 

Ma nei programmi elettorali delle votazioni di aprile tutti i partiti di governo dicevano che si sarebbero dati da fare per evitare che i giovani ticinesi continuino ad emigrare a nord delle Alpi…. Qualcuno ci capisce ancora qualcosa?

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