Quattro domande alla nostra Greta

di Franco Cavalli

 

 

Greta, con quali aspettative ti appresti ad affrontare la sfida di rappresentare i Verdi ticinesi e la Sinistra alternativa in Consiglio Nazionale?

 

L’elettorato il 20 ottobre ha dato un segnale chiaro: a Berna servono più voci che si battano per l’ambiente e la giustizia sociale. La sfida è tutt’altro che facile, perché la maggioranza di destra non è stata stravolta, ma sono persuasa che sapremo batterci con successo per i temi che ci stanno a cuore. Sicuramente la direzione è quella giusta.

 

 

I temi ecologici saranno sicuramente tra quelli più discussi in questa legislatura. Soprattutto nella base sociale del ForumAlternativo ci sono resistenze contro le ecotasse, che andrebbero a colpire soprattutto i meno abbienti. Se non si trova un’efficace meccanismo di compensazione sociale, si arrischia una reazione politica come quella dei Gilets Jaunes (anche se in Svizzera tutto è sempre più tranquillo). Come vedi tu il problema?

 

Per me la questione è chiara: per la svolta climatica, che è indispensabile e urgente, serve un deciso cambiamento delle nostre abitudini. È però essenziale che la politica climatica non vada a scapito delle fasce meno abbienti, o delle regioni periferiche. Sono quindi per una redistribuzione delle entrate che tenga conto di questi parametri, come pure ad un sostegno finanziario per i comportamenti virtuosi che non sia a pioggia, ma inversamente proporzionale alla forza economica di chi lo riceve.

 

 

Altro tema caldo della legislatura saranno il primo ed il secondo pilastro. Secondo noi le posizioni all’interno dei Verdi non sono sempre così chiare. Qual è la tua?

 

Bisogna rafforzare il primo pilastro, perché è l’unico sistema equo e veramente solidale. D’altra parte, visto che non riusciremo ad abolirlo nel corto termine, servono urgenti misure correttive del secondo pilastro, perché non siano più penalizzati così pesantemente i bassi redditi (o i tempi parziali) e i lavoratori più prossimi alla pensione. Penso in particolare all’abolizione del salario di coordinamento, e ad un livellamento dei contributi, perché questi siano indipendenti dall’età del lavoratore.

 

 

Te la senti di aiutarci a convincere i Verdi svizzeri ad entrare in un comitato di iniziativa che rilanci ancora una volta un’iniziativa popolare per la creazione di una cassa malati unica con premi proporzionali al reddito e alla sostanza?

 

Il problema è grave e servono misure urgenti e concrete per risolverlo perché le fasce più vulnerabili della popolazione sono sempre più sotto pressione a causa dei continui aumenti dei costi della cassa malati. Il regime di concorrenza con diverse casse che offrono esattamente le stesse prestazioni è sicuramente fallito. Ben venga quindi un’iniziativa del tenore proposto. Al contempo il problema legato ai costi della salute ha diverse sfaccettature. A cominciare dall’ambiente in cui viviamo, dallo stress e dalle malattie legate al lavoro. E’ un problema che va affrontato quindi ad ampio raggio partendo nelle cause più profonde in una società che purtroppo richiede sempre più terapie.

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