È stato un successo, ma non ci basta

L'editoriale - Quaderno 23

 

Sinistra radicale e radicalmente ambientalisti. È il binomio vincente perché l’unico possibile. Non ci sono scorciatoie. Le urgenze sociali-economiche e i cambiamenti climatici non consentono di tergiversare, vanno presi di petto, affrontati e combattuti.

La capacità di camminare insieme dei Verdi del Ticino, Partito Comunista e ForumAlternativo nella composizione della lista unitaria (sostenuta anche dal Partito Operaio e Popolare) ha ottenuto un risultato che nessuna forza politica da sola si sarebbe mai sognata di raggiungere.

 

A livello cantonale, la nostra alleanza ha l’identico peso del Partito Socialista (14%) e tallona la Lega (17%). Nei grandi centri, Lugano, Locarno e Mendrisio la lista Verdi e Sinistra alternativa costituisce la prima forza della sinistra, davanti al PS. Al pari di altri 54 comuni del cantone.

 

Il motore trainante del successo strepitoso è l’unione delle due anime: i voti raccolti dai candidati dell’area verde e quelli della sinistra alternativa sono essenzialmente equivalenti: 46’800 per i primi e 42’400 per i secondi. Sull’onda del successo, consentiteci pure un momento di orgoglio. Il ForumAlternativo è nato con lo scopo di favorire l’unione delle forze di sinistra e ambientaliste, nella convinzione che solo così si sarebbero potuti cambiare gli scenari politici elettorali.

 

Ma non ci basta. Abbiamo sempre ripetuto che non ci interessava diventare l’ennesimo partito dell’uno per cento nella già affollata scena elettorale. Non ci basta nemmeno l’aver conquistato un seggio, seppur importante, nel Parlamento federale o l’aver raggiunto il 14% con la nostra lista. Vogliamo, sogniamo e rivendichiamo molto di più. In un cantone dove la metà degli elettori si è astenuta, in un Paese nel quale un terzo dei suoi abitanti è escluso dal diritto di voto, tutto ciò ci insegna quanto vi sia ancora da fare.

 

La sinistra ambientalista deve diventare la forza politica elettorale e sociale che dia voce alla maggioranza dei cittadini di questo Paese. I movimenti sociali e la loro conflittualità sono il motore del cambiamento. Il grande sciopero delle donne del 14 giugno e le impressionanti mobilitazioni per il clima dei giovani, dimostrano quanto la conflittualità sociale sia determinante nel processo di costruzione di un’alternativa portatrice di cambiamenti profondi all’interno della società. L’influsso delle due mobilitazioni sociali nel successo elettorale della nostra lista e l’ancor più evidente bilancio complessivo nazionale, lo provano in modo inequivocabile.

 

L’ingiustizia subita dalle donne e i pericolosi mutamenti climatici, non saranno risolti in tempi brevi dai seggi conquistati. Come non lo saranno salari e condizioni di lavoro dignitose, la lotta alla diseguaglianza economica, al diritto a una sanità di qualità per tutte e tutti, al diritto a respirare un’aria pulita, alla biodiversità, per indicare alcune priorità.

 

L’aver raggiunto un risultato elettorale storico, deve spronare la sinistra ambientalista a raggiungere obiettivi più ambiziosi. È ora di cambiare marcia. Per farlo, abbiamo il bisogno del coinvolgimento personale di cittadine e cittadini che credano nella possibilità di un futuro migliore e nella necessità di impegnarsi attivamente per realizzarlo. 

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