Alessandro Robertini, ForumAlternativo Bellinzona
Lo scorso maggio la popolazione ticinese ha di fatto dato il via libera alla costruzione del nuovo stabilimento delle Officine FFS sul territorio del comune di Arbedo-Castione, o meglio, questo è quanto si è voluto far credere durante la campagna della votazione "Giù le mani dalle Officine", se questa fosse stata affossata come in effetti avvenuto.
Ora siamo di fronte alla realtà della realizzazione di detto stabilimento entro il 2026 o forse anche prima, confermata anche dall'accordo tra Cantone, Città e FFS siglato in pompa magna lo scorso 7 agosto nella cornice del castello di Sasso Corbaro. Il costo preventivato è di 360 milioni, di cui la metà a carico dell'ente pubblico (Confederazione 60, Cantone 100 e Città 20) e l'altra metà a carico delle FFS stesse, azienda che agisce nel libero mercato, ma comunque sempre di proprietà della Confederazione e quindi di tutti i cittadini.
Conseguenza diretta di questa decisione è la liberazione, a valle della stazione ed entro cinque sei anni, di 100'000 mq di terreno pregiato e in ottima posizione per quanto concernei trasporti pubblici, una striscia di un chilometro larga 100 metri che si estende verso nord in direzione di Arbedo, vale a dire 20 campi da calcio, di cui 60'000 mq resteranno in possesso delle FFS a scopo edificatorio, e 40'000 passeranno a Cantone e Città, si dice, per la realizzazione di un tecnopolo, strutture scolastiche e amministrative, nonché cooperative d'abitazione e residenze a pigione moderata e un centro di quartiere con spazi aggregativi, culturali ed espositivi. Questo senza contare i 14'000 mq che verranno pure liberati a monte, verso Daro.
I 120 milioni di franchi messi complessivamente a disposizione da Città e Cantone, è stato detto, servono indirettamente ad entrare in possesso della quota che passerà in mani pubbliche al costo di, udite udite, 3'000 franchi al metro quadro. Un costo non indifferente per una città, seppur di 45'000 abitanti, ma in ogni caso piccola rispetto ai grossi centri a nord delle Alpi.
I problemi a cui sarà indispensabile prestare attenzione saranno sostanzialmente due. Primo, fare in modo che gli auspicati contenuti della parte pubblica possano effettivamente venir realizzati così come prospettato, cosa non del tutto evidente dal momento che la Città sta già sviluppando una sorta di campus didattico-scientifico con la realizzazione del Parco urbano nei pressi del bagno pubblico, dove già sono ubicati Liceo e Scuola cantonale di commercio e dove è attualmente in costruzione la nuova sede dell'Istituto di ricerca biomedica (IRB). Secondo, la pianificazione che l'amministrazione comunale, Municipio e Consiglio comunale, sarà chiamata nel prossimo futuro a votare, dovrà fare in modo che non si entri in una pericolosa spirale di speculazione edilizia in principal modo per quel che concerne la parte che rimarrà in possesso delle Ferrovie. Non dimentichiamoci che le FFS fanno uso, in più parti della Svizzera, di queste operazioni immobiliari per far quadrare i conti. Il rischio testé menzionato è quindi evidente e la Città non deve assolutamente pagarne le conseguenze.