In una sala ben occupata, si è tenuta una serata dibattito all’aula Magna dell’USI

di Bruno Brughera portavoce AIDA

 

AIDA ha proposto un breve percorso storico per poi stimolare i presenti a prendere la parola. Un occasione per toccare con mano il senso e la necessità di avere e far vivere un luogo fisico per fare autogestione.

 

Alcuni presenti, hanno fatto emergere le incongruenze che municipio e la maggioranza di consiglieri comunali sostengono disinformando l’opinione pubblica. Anni di incontri vuoti, di promesse non mantenute sfociate in una delirante votazione per assegnare un credito per la progettazione del comparto dell’ex macello. 26 milioni previsti per la ristrutturazione senza che il Molino possa essere reinserito! 26 milioni che potrebbero essere spesi altrimenti per questioni urgenti come un centro di prima accoglienza, un punto d’incontro non omologato per la popolazione e che permetta a molti utenti dell’USI - parecchi stranieri- di mischiarsi con la popolazione, d’interagire. È emersa una chiara denuncia di come non si è mai voluto affrontare e accogliere l’idea di un centro autogestito.

 

Fabio Dozio ha testimoniato che già nel 1971 un gruppo organizzato di giovani rivendicasse uno spazio scrivendo all’allora municipio! Pietro Martinelli ha portato una importante testimonianza delle dinamiche trascorse e denunciato ancora una volta quanto sia in effetti responsabilità del comune di Lugano a creare l’inghippo per procedere a una soluzione finale. Ha ben esposto i risultati della commissione cantonale Martinoni che affermava cosa si intendesse per autogestione.

 

Il rettore Boas Eres da parte sua ha invitato i giovani, gli attivisti del Molino a uscire a proporre, ad attivarsi... ad animare la città! Senza preclusioni ha pure confessato le difficoltà degli studenti del campus universitario a trovare spazi d’integrazione. Denuncia non così tanto sottile in quanto il paventato quartiere universitario è attualmente una sorta di deserto sociale in quanto mancano luoghi e strutture che facilitano una vita fuori dai contesti professionali e di studio! Ancora una volta vediamo l’incapacità di una città di progettarsi, di rispondere a dei bisogni e di uscire dalla logica dei grandi proclami, degli eclatanti progetti. Il restyling dell’ex macello, sovrapponendo i contenuti che l’autogestione propone da più di vent’anni, è una chiara presa in giro che di fatto nasconde il vero intento della maggioranza di destra borghese/ popolare leghista di asfaltare e cancellare ogni possibile spazio di manovra all’autogestione.

 

Si è parlato di comunicazione, un tema controverso perché come è stato ben evidenziato, il problema non è l’apparente chiusura al dialogo dei Molinari, ma l’atteggiamento falso e ingannevole delle varie amministrazioni della città. Una città che in 50 anni ha dimostrato un ottusa chiusura alle esigenze di una parte della popolazione. Cittadini e cittadine che non sono solo giovani e che il problema non si inscrive unicamente nelle - tra l’altro- deficitarie politiche giovanili. Non possiamo parlare di centro giovanile come per altro la commissione Martinoni ha ben sottolineato, ma di un luogo dove le sensibilità sociali convergono anche in produttivi collettivi che coprono diverse lacune di questa società.

 

Ieri sera un primo passo è stato fatto, dopo l’importante manifestazione che il Molino ha organizzato lo scorso settembre, molti attivisti si sono espressi tenendo aperta la porta al dialogo. Una disponibilità volta a un serio confronto finalizzato a una chiara risoluzione della questione autogestione che possiamo tradurre in: Riconoscimento dell’autogestione da parte della città con la messa a disposizione dello spazio - circa un terzo del sedime dell’ex macello- e della messa in sicurezza degli stabili. Revisione del piano regolatore del comparto universitario e progettazione di spazi volti all’aggregazione e alla vita sociale. Deroghe comunali che colludono con eventuali forme di illegalità tanto care agli amministratori ma che di fatto vengono a più riprese messe da parte come abbiamo visto in tante occasioni in questa e passate legislature.