Parlamento federale più a sinistra? Non scherziamo!

di RedQ

 

Dopo le elezioni del 20 ottobre, per parecchio tempo tutti i media si sono dilettati a discutere attorno al fatto che il nuovo parlamento federale era “più giovane, più verde e più femminile”.

Effettivamente soprattutto in Consiglio Nazionale, le sconfitte di UDC e del Partito Liberale hanno significato la fine della maggioranza assoluta che avevano nella legislatura precedente, maggioranza però che non aveva poi sempre funzionato molto bene: non da ultimo, per una serie di franchi tiratori soprattutto tra i liberali romandi. Quindi se nell’attuale Consiglio Nazionale, nonostante le perdite del PS, l’alleanza rosso-verde è cresciuta di una decina di seggi grazie alla vittoria eclatante dei Verdi (era da un pezzo che da noi non si vedeva più un partito che aumentava di quasi il 7% rispetto all’ultima volta), ben diversa è la situazione al Consiglio degli Stati, dove PS e Verdi sono aumentati solo di un seggio.

 

Al di là dei numeri, la realtà è però parecchio diversa. In Consiglio Nazionale anzitutto per lo spostamento sempre più a destra dei Verdi liberali. Così la prima decisione inaccettabile e che ha suscitato forti reazioni in tutto il paese presa dall’attuale Consiglio nazionale fu quella dei famigerati 50 franchi, che tutti coloro che vanno ad un Pronto Soccorso e non sono poi ospedalizzati dovrebbero d’ora innanzi pagare. Questa proposta, si badi bene, è stata avanzata dai Verdi liberali ed è stata accettata con una maggioranza di quasi i due terzi. Ma dove probabilmente, anche se nessuno per un po’ se n’è accorto, la situazione peggiore è al Consiglio degli Stati. Difatti una serie di parlamentari borghesi che non si sono più ripresentati o che non sono più stati eletti, erano spesso aperti a compromessi, soprattutto in campo sociale, con la sinistra. E difatti durante l’ultima legislatura tutti i commentatori parlavano del Consiglio degli Stati come del ramo “più a sinistra” (si fa per dire) rispetto al Consiglio Nazionale, dominato dalla destra.

 

La stragrande maggioranza dei nuovi Consiglieri agli Stati borghesi sono però molto più a destra dei loro predecessori. E questo è stato dimostrato chiaramente durante la sessione invernale da due decisioni molto importanti. Prima di tutto, contrariamente al Consiglio degli Stati precedente, l’attuale ha praticamente rifiutato un controprogetto accettabile all’iniziativa per la “responsabilità delle multinazionali”, iniziativa che chiede la punibilità delle multinazionali quando queste agiscono non rispettando i diritti umani. L’altra decisione che dimostra lo spostamento a destra è quella concernente la cosiddetta rendita ponte, che il Consiglio federale propone per i lavoratori al di là dei 50 anni che non trovano più un posto di lavoro: questa rendita ponte dovrebbe traghettarli sino all’inizio della pensione, evitando che vadano in assistenza pubblica.

 

Questa proposta del Consiglio federale cercava anche di attenuare questa problematica molto sentita a livello della popolazione, in vista della votazione sull’iniziativa UDC per abolire la libera circolazione. Il Consiglio degli Stati ora ha sì accettato il principio, ma a chiara maggioranza ha drasticamente ridotto quantitativamente la proposta del governo, al di sotto addirittura di quelle che sono le vergognose decisioni sul salario minimo in Ticino.

 

Quindi, non facciamoci illusioni: la maggioranza del Parlamento rimane ben fissata a destra. Ma non ne facciamo una tragedia. Il fatto che questa volta il Parlamento sia più femminile e più verde è il risultato delle mobilitazioni delle donne e dei giovani per il clima. Ancora una volta si è dimostrato che sono i movimenti a cambiare le rappresentanze politiche. Ma non l’hanno fatto ancora a sufficienza. Tutto ciò deve quindi solo spronarci a darci ulteriormente da fare, soprattutto nei movimenti extra parlamentari.

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