Cronache dalla prima linea: il Ticino ai tempi del Corona

Elena Masera Arigoni - Ass. Svizzera Cuba 

La principale caratteristica del Ticino in questi tempi di drammatica situazione è costituita dal silenzio surreale. Il silenzio dovuto al fatto che, come immagino nel resto del Paese, i residenti sono chiusi in casa.

 

Ma non solo. Con la chiusura parziale delle frontiere e delle attività commerciali i lavoratori italiani sono diminuiti già drasticamente a metà marzo ed ad oggi (27 marzo 2020) ancora più a seguito della decisione del Governo ticinese di far chiudere anche i cantieri edili (fuga in avanti ticinese con l’appoggio di sindacati e patronato).

 

Vivo a due chilometri dalla frontiera con la Lombardia ed a pochi metri dalla strada cantonale che, fino ad un mese fa, contava 35.000 passaggi giornalieri di auto. Oggi il silenzio è rotto dal cinguettare degli uccelli in primavera e dal suono delle ambulanze. Tante. Troppe!

 

Dagli schermi televisivi arrivano immagini di chi si sta occupando di gestire la grave situazione mettendo in campo inventate ed improvvisate strategie (direi con successo e saggezza), di informare la popolazione e sollecitarla a rispettare le norme così dure e frustranti.

 

Un bravo Governo ticinese capace di coinvolgere ed ottenere sostegno anche dal padronato e dai sindacati. Capace di fare a braccio di ferro con il Governo federale per far valere decisioni più incisive per necessità da Prima Linea. Vediamo immagini del medico cantonale, di Simonetta Sommaruga, di Alain Berset, della deputazione ticinese alle Camere federali. Tutti che lavorano per questo Stato di emergenza.

 

In Ticino oggi parla la solidarietà: ticinesi che mettono a disposizione gratuitamente alloggi al personale sanitario frontaliero di cui oggi abbiamo urgente bisogno e senza il quale la situazione in Ticino sarebbe ancora più drammatica.

 

Tace invece chi di solito inveisce contro gli stranieri e, possibilmente, sta pure facendo gli scongiuri perché la vicina Lombardia, dopo aver dovuto far capo alla solidarietà e professionalità di medici cubani, come pure di cinesi e vietnamiti, a causa del collasso del loro sistema sanitario, non decreti di avvalersi del personale italiano che lavora negli istituti sanitari ticinesi.

 

Al di là del dramma e della paura: C’è un bel clima oggi in Ticino e non è solo per la primavera.