Se il lavoro si fa gig

di Franco Cavalli

 

In questo agile libretto Colin Crouch indaga la sorte dei “GIG workers”, cioè i precari, gli intermittenti del nuovo capitalismo, che tra l’altro sono stati descritti magistralmente nell’ultimo film di Ken Loach “Sorry, I missed you” proiettato all’ultimo Festival di Cannes e, in seduta speciale, all’ultimo Festival dei Diritti Umani a Lugano.

 

Crouch, da sempre studioso su come il movimento operaio possa superare la sua crisi attuale adattandosi ai nuovi sviluppi del capitalismo, qui si china sull’emergere del lavoro apparentemente indipendente come forma estrema di precarietà nel capitalismo contemporaneo.

 

I Gig workers sono una risorsa a disposizione del capitalismo sempre più monopolistico, che possono essere attivati quando se ne ha bisogno e sui quali vengono scaricati i rischi, obbligandoli a gestire il reddito, ma anche l’assistenza sanitaria, la formazione ed addirittura la pensione. In questa categoria rientrano oramai i fattorini, i lavoratori giovani e precari dei servizi e della logistica, ma anche quelli della conoscenza e delle piattaforme digitali.

 

L’autore sostiene che per il movimento sindacale, ancora molto legato a forme di corporativismo proprio di coloro che avevano un lavoro sicuro e duraturo, devono ora favorire lo sviluppo di inedite, creative ed efficaci nuove forme di organizzazione sindacale pensate per lavori che sfuggono al lavoratore che ha tempi e mansioni definite una volta per tutte.

 

Secondo Crouch sarebbe sbagliato pensare che si arriverà in futuro ad avere solo questa forma di lavoratori, secondo lui continueremo ad avere un dualismo del mercato del lavoro. D’altra parte però sottolinea come forme tradizionali di lavoro autonomo ma sempre più precario stiano diminuendo di importanza rispetto al numero dei lavoratori legati alle piattaforme digitali, anche se l’evoluzione di quest’ultime sono per il momento difficili da prevedere.

 

Molto duro è il giudizio finale contro coloro che pensano che forme “democratiche” come Uber o altre possano portare ad una diversificazione dei poteri, che possa in un qualche modo tornare a vantaggio dei lavoratori. A questo proposito conclude dicendo: “Pensare che Uber possa funzionare e fare i profitti che fa in una situazione che non punti al monopolio assoluto è credere che basti volere la luna per averla”. Alcuni dei nostri modernisti sono avvisati...

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