PIAZZA APERTA - sindacato Unia
Ecco come usciamo dalla crisi: migliorare il potere d’acquisto delle persone con reddito basso e medio, impedire che in seguito alla crisi del coronavirus vi sono licenziamenti e fallimenti di massa, proteggere la salute di tutte e tutti sui posti di lavoro e rafforzare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
«Il mio capo ha sospeso l’attività dell’impresa e da allora ricevo l’80 % di indennità per lavoro ridotto. Adesso, lo stesso, mi ha licenziato. Come posso difendermi?» – «Mio padre ha 64 anni e lavora a tempo determinato. Il medico gli ha rilasciato un certificato. Adesso, per telefono, lo hanno licenziato in tronco. Possono farlo?» – «Lavoro in una piccola officina e mia moglie fa parte di un gruppo a rischio. Ho paura perché il mio capo si soffia il naso nel fazzoletto di stoffa e poi lo usa per pulire tavoli, attrezzi e biciclette. Cosa posso fare?»
La crisi del coronavirus colpisce duramente le lavoratrici e i lavoratori dipendenti
Queste domande alla hotline di consulenza di Unia per il coronavirus sono solo pochi esempi di decine di migliaia di altri casi e mostrano chi è colpito in modo particolarmente duro dalla crisi: sono le lavoratrici e i lavoratori con salari bassi e precarie condizioni di lavoro; le/i dipendenti che svolgono professioni essenziali e di produzione che non possono o non sono autorizzati a lavorare da casa; persone con una salute fragile a causa di fattori di rischio. Il "libero mercato del lavoro" ovviamente non ha pronte risposte per questo. Compromette i provvedimenti per lottare contro la pandemia, crea emergenze esistenziali e rafforza le disuguaglianze sociali – a spese della popolazione in generale e dei membri più deboli della società.
Rafforzare la sicurezza e la solidarietà sociali
La crisi di Covid 19 mostra chiaramente che solo la sicurezza sociale ci rende forti, solo la solidarietà sociale ci fa avanzare. È quello che ci vuole adesso. Noi rivendichiamo:
- Salvaguardare i posti di lavoro e il potere d’acquisto: la Confederazione garantisce alle imprese aiuti pubblici per 60 miliardi di franchi affinché mantengano i posti di lavoro e continuino a pagare i salari. Invece, mentre si prosegue col versamento dei dividendi, i dati sulla disoccupazione aumentano e oltre un milione di lavoratrici e lavoratori dipendenti devono fare i conti con redditi in calo. Non è accettabile. In seguito al coronavirus non ci devono essere licenziamenti e in caso di lavoro ridotto ci deve essere una compensazione del 100% fino a un reddito netto di 5000 franchi.
- Rafforzare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti: ovunque ci vogliono contratti collettivi di lavoro di obbligatorietà generale, con forti salari minimi e regolari aumenti salariali generali non da ultimo per il tanto applaudito “lavoro in prima linea” nella vendita, nelle cure e nella logistica. Un peggioramento della legge sul lavoro o simili deregolamentazioni sono fuori discussione, perché tagli salariali o precarie condizioni di lavoro ed eccessivi orari di lavoro sono dannosi per tutti.
- Prevenire l’emergenza sociale: troppe persone non possono beneficiare della rete di protezione sociale. Per tutti coloro che non ottengono le prestazioni dell’assicurazione disoccupazione e neppure quelle dell’indennità per perdita di guadagno, il Consiglio federale deve immediatamente istituire un fondo nazionale transitorio Covid.
La tutela della salute sul posto di lavoro riguarda tutti
La crisi di Covid 19 mostra che la protezione della salute nel mondo del lavoro è un aspetto centrale della salute pubblica. Se l'attuazione delle misure è lasciata alla discrezione dei datori di lavoro, la nostra salute finisce in secondo piano rispetto alla ricerca del profitto aziendale. Noi rivendichiamo:
- Sviluppo di concetti di protezione settoriale con il coinvolgimento delle parti sociali
- Monitoraggio completo delle misure contro la pandemia sul posto di lavoro con il coinvolgimento delle associazioni di controllo del mercato del lavoro e degli organi di controllo paritetico
- Coinvolgimento sistematico delle/dei dipendenti – e se esistono delle commissioni del personale e dei responsabili della sicurezza dell'azienda - nei controlli sanitari.
Assorbire i guadagni dovuti alla crisi e chiudere le scappatoie fiscali
La Svizzera può far fronte alla crisi del coronavirus. La Banca nazionale svizzera ha nelle sue casse 800 miliardi di franchi, che ci appartengono. La Confederazione registra regolarmente eccedenze di bilancio - deve utilizzarle e sospendere il freno all'indebitamento. Può recuperare i fondi eliminando le scappatoie fiscali per i super-ricchi, assorbendo i dividendi a chi approfitta della crisi e tagliando le spese militari inutili. È solo una questione di volontà politica.