I cinici calcoli degli ideologi neoliberali

di RedQ

 

Non c’è alcun dubbio: la scriteriate politiche neoliberali degli ultimi quarant’anni hanno reso la pandemia di Coronavirus ancora più devastante. 

Abbiamo visto e rivisto in tutte le salse il grafico con la famosa curva dei contagi, tenuta a rimanere sotto la fatidica soglia della capacità del sistema ospedaliero, rappresentata come una riga tratteggiata orizzontale.

 

Ma partiti di governo e giornalisti, tanto per cambiare, si sono dimenticati di precisare che alla fine del secolo scorso questa soglia si trovava molto più in alto e che in questi ultimi anni è calata drasticamente a causa di scelte politiche ben precise. Basti pensare alla diminuzione dei letti di cure intense, diretta conseguenza delle politiche del “meno stato” e delle privatizzazioni degli ospedali, che ha mandato in crisi i sistemi sanitari di diversi paesi occidentali con conseguenze drammatiche, come nella vicina Lombardia. Tra le varie cose, la sciagurata ideologia neoliberale ha stravolto anche i nostri sistemi ospedalieri, incluso il National Health Service (NHS) britannico che fino a qualche anno fa veniva considerato un esempio da seguire.

 

Un po’ dappertutto, nelle strutture ospedaliere si sono progressivamente imposti i principi neoliberali, secondo i quali le strutture sanitarie dovrebbero concentrarsi anzitutto su ciò che rende (per esempio le operazioni ortopediche o quelle estetiche). Al contempo, si sono ridotte al minimo quelle attività che costano e rendono poco, come i piani contro le epidemie e il mantenimento di riserve sufficienti di letti in cure intense, per essere pronti a qualsiasi evenienza. Anche i monopoli farmaceutici si sono concentrati sempre di più sulla produzione di farmaci estremamente cari e con grande margine di profitto (antibiotici, farmaci antitumorali), tralasciando invece ciò che avrebbe potuto essere utile, ma che garantiva poco guadagno, come la produzione di nuovi vaccini. E sì che dopo l’epidemia di SARS del 2002 diversi epidemiologi e virologi, prevedendo una prossima pandemia, avevano stimato a 200-300 milioni di dollari il costo dello sviluppo preventivo di un vaccino, che avrebbe potuto essere molto utile come base di partenza contro questa pandemia. Ma tra i giganti farmaceutici, tutti impegnati ad aumentare al massimo il loro valore borsistico a breve scadenza, nessuno aveva voluto impegnarsi a questo scopo.

 

Ma c’è di peggio. Quanto capitato in Gran Bretagna ed in parte anche in Olanda, dove si è inizialmente puntato sull’immunità di gregge, dimostra sino a quali orrori può arrivare il delirio ideologico neoliberale. La posizione iniziale del governo britannico sostenuta da Boris Johnson (che poi ha dovuto fare dietrofront sotto la pressione dell’opinione pubblica), si basa su dei documenti preparati tra il 2010 e il 2017 dal Scientific Pandemic Influence Advisory Committee, presieduto da Patrick Vallance, ex direttore della ricerca del colosso farmaceutico GlaxoSmithKline (GSK). Questa posizione prevede che in una situazione di globalizzazione, dove i virus si diffondono rapidamente in tutto il pianeta, è poco utile decidere di “contenere o eradicare il virus”, mentre ci si dovrebbe concentrare sul “creare un’immunità di gruppo” nella popolazione1 : cioè proteggere alla bell’e meglio i gruppi a rischio, lasciando che tutti gli altri si infettino. Questo avrebbe sì portato a perdite dolorose, come aveva ammesso lo stesso Primo ministro britannico, ma avrebbe permesso all’economia del Regno Unito di continuare a funzionare e soprattutto di poter guadagnare ulteriori fette di mercato, a condizione di riuscire ad imbonire la popolazione con una “comunicazione ottimale” (vale a dire con della propaganda), dato che probabilmente in tanti altri paesi i governi sarebbero stati obbligati dall’opinione pubblica a fermare tutto2.

Una posizione simile era stata difesa almeno inizialmente anche dal Primo ministro olandese Mark Rutte – lo stesso che ha guidato il plotone dei paesi del centro-nord Europa opposti alla creazione di Eurobonds, sostenendo invece un approccio verso i paesi del sud Europa molto simile di quello che alcuni anni fa ha portato alla schiavizzazione economica della Grecia.

 

Come sempre, le grandi crisi sono rivelatorie. Anche questa pandemia ha fatto cadere le maschere dietro le quali si nascondono i cinici ideologi neoliberali, pronti a sacrificare decine di migliaia di vite agli interessi del grande capitale. La situazione, però, non cambierà da sola: i responsabili di questo macello detengono ancora le leve del potere. Se vogliamo evitare il ripetersi di simili catastrofi, dobbiamo organizzarci tutte e tutti collettivamente per portare al governo una visione politica diversa, lungimirante e attenta ai bisogni di tutte le fasce della popolazione. Ora.

 

P.S.: Questa è la stessa cinica ideologia che sta alla base delle recenti esternazioni di Blocher e Sawiris!

 

 

 

1. “Coronavirus: Science Chief Defends UK Plan from Criticism”, The Guardian, 13 marzo 2020.

2. “UK Influenza Pandemic Preparedness Strategy 2011”, Department of Health, Londra, 2011.

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