La crisi dell'industria italiana in un film di Erik Bernasconi

MOKA NOIR: A Omegna non si beve più caffè è l’indagine sul declino e la fine di un piccolo ma florido distretto industriale.

 

Le prossime date in Ticino:

31 agosto: Bellinzona, all’aperto, Parco Motto Grande (biotopo di Camorino): Prenotazioni all'indirizzo:

cultura.eventi@bellinzona.ch

(indicando nome, cognome, domicilio e numero di telefono, numero di partecipanti).

8 settembre: Bellinzona, Cinema Forum

25 settembre: Locarno, Cinema GranRex

20 ottobre: Lugano, Cinema Iride

21 ottobre: Mendrisio, Cinema Teatro

 

 

MOKA NOIR: A Omegna non si beve più caffè è l’indagine sul declino e la fine di un piccolo ma florido distretto industriale. Attorno alla cittadina piemontese di Omegna, sulle rive del lago d’Orta, nel ‘900 si sviluppò un polo industriale poi denominato “distretto del casalingo”. Sull’onda del boom economico del dopoguerra, aziende trainanti come Bialetti, Alessi, Lagostina, Girmi, Piazza, Calderoni crearono e produssero oggetti pensati per la cucina e la casa, facendosi conoscere in tutto il mondo.

 

A partire dagli anni ’80, anche a Omegna come in molte altre regioni dell’Occidente, le crisi economiche, i passaggi generazionali, le delocalizzazioni con le chiusure delle fabbriche, la globalizzazione, il progresso tecnologico e l’indebolimento del movimento operaio portarono a un lento inesorabile declino fino ad arrivare all’oggi. Omegna, coi suoi 16’000 abitanti, può perciò essere giustamente presa a simbolo di ciò che ha vissuto e sta vivendo l’Occidente, dove ormai sono la finanza e la ricerca del maggior profitto possibile a guidare le scelte produttive e d’investimento, con il corollario di incertezza, instabilità, precarietà e disoccupazione che caratterizza il mondo del lavoro oggi. A Omegna la crisi è rappresentata in modo quasi caricaturale dalle fabbriche invase dalla vegetazione dove regnano il vuoto e il silenzio. Trovare lavoro oggi a Omegna è una chimera e la popolazione abbandonata dagli imprenditori si sente abbandonata a se stessa.

 

Tramite il punto di vista di operai, ex operai, imprenditori, commercianti, sindacalisti, economisti, il regista Erik Bernasconi raccontando quel che è successo e quel che succede ad Omegna allarga inevitabilmente il discorso al momento sociopolitico ed economico attuale dell’Occidente in cui le vecchie logiche legate a capitalismo, comunismo, neoliberismo non sembrano più rispondere alla realtà quotidiana.