Giustizia per gli operai del Ceneri

Comitato di protesta *

 

Camorino - Celebrando l’importantissima realizzazione della tappa conclusiva di Alptransit, le organizzazioni politiche di Sinistra del nostro Cantone - unite - chiedono giustizia per gli operai che l’hanno realizzata e che hanno subito importanti soprusi.

Le ditte denunciate sono sospettate di aver vinto gli appalti a scapito di altri consorzi che avrebbero garantito condizioni di lavoro dignitose. Vogliamo che questo non accada più e per questo chiediamo maggiori controlli e maggiori risorse per la Magistratura.

 

 

Oggi è un grande giorno. Relativamente presto la galleria di base del Monte Ceneri modificherà per sempre i collegamenti in Ticino. Si tratta di un’importantissima e positiva svolta ambientale nella mobilità locale e internazionale, che ora può davvero orientarsi al futuro. Un futuro che non dovrà tuttavia mai più lasciare spazio allo sfruttamento e alle intimidazioni che purtroppo hanno subito molti operai che, tra l’estate 2017 e l’estate 2018, hanno contribuito alla posa dei binari all’interno della galleria di base del Monte Ceneri.

 

Numerosi lavoratori hanno avuto il coraggio di denunciare le ditte italiane CGF e GEFER (che fanno parte del gruppo Rossi che ha sede a Roma) per le terribili condizioni di lavoro. Secondo i loro racconti, raccolti anche da un’inchiesta giornalistica della trasmissione Falò della RSI, essi erano costretti a turni di lavoro massacranti e illegali, forzati a rimanere in galleria per ore senza pause e mangiando un panino senza fermarsi di lavorare. Alcuni lavoratori sarebbero stati vittima di caporalato avendo dovuto versare parte del salario a chi gli aveva “trovato” lavoro. Altri ancora si sono visti decurtare buona parte del salario con il pretesto di adeguarlo ai salari dei loro paesi di origine. Tutto questo malgrado nel settore sia in vigore un Contratto collettivo decretato dal Consiglio Federale di obbligatorietà generale, voluto anche per impedire la concorrenza sleale.

 

Anche questa importante opera è stata costruita da mani straniere, come sempre è stato per le grandi opere infrastrutturali in Svizzera da quasi due secoli. Oggi però non è possibile festeggiare senza ricordare – oltre ai morti e ai feriti – quanto sia costata, in termini umani, la costruzione di questa grande opera. Soltanto con una reale presa di coscienza delle Autorità e della popolazione potremo sperare di mai più assistere a tali situazioni. L’intento non è di contestare l’indubbia importanza di Alptransit, ma di cercare di smuovere le Autorità giudiziarie ticinesi per portare avanti celermente l’inchiesta e nel contempo evitare che queste situazioni si ripresentino nei prossimi grandi cantieri ticinesi.

 

Da anni in Ticino si discute di creare all’interno della Magistratura una sezione specializzata nei reati che vanno in scena sui luoghi di lavoro, possibilmente con procuratori che hanno accumulato una discreta esperienza in questo campo. Urge quindi il rafforzamento della Magistratura, specializzando un pool di esperti in questo genere di reati.

 

In occasione del primo grande traforo ferroviario del Gottardo del 1882, solo dopo 50 anni è stata eretta la statua di Vincenzo Vela per ricordare il costo umano dell’opera. Oggi, nel 2020 non vogliamo aspettare la posa di nessuna statua, ma esigiamo giustizia subito e soprattutto esigiamo la tutela della dignità degli esseri umani.

 

 

 

 

* Comitato di protesta:

- Partito Operaio e Popolare

- ForumAlternativo

- Partito Socialista

- Movimento Per il Socialismo

- Giovani Verdi

- Collettivo Scintilla

- Partito Comunista

- Verdi del Ticino

- Giso Ticino