SSIC: a volte la miglior musica è il silenzio

di Red

 

La presa di posizione della Società Svizzera Impresari Costruttori (SSIC) rispetto alla vile aggressione subita da un sindacalista la scorsa settimana ad opera di un datore di lavoro lascia semplicemente basiti. 

 La SSIC avrebbe fatto meglio a tacere piuttosto che redigere un comunicato farcito di inesattezze e di neanche troppo velati attacchi alla libertà sindacale, nel quale oltretutto mancano di prendere posizione su quanto accaduto e di condannare chiaramente quella che è stata una vile aggressione a scopo intimidatorio.

 

Ne approfittiamo allora per ricordare alla SSIC che la presenza del sindacato sui luoghi di lavoro trova le sue basi legali nella articolo 28 della nostra Costituzione e nelle convenzioni 87 e 98 dell’Organizzazione internazionale del lavoro ratificate anche dalla Svizzera, che garantiscono al Sindacato l’accesso ai luoghi di lavoro, perché i diritti sindacali devono poter essere esercitati laddove i salariati lavorano. E ci mancherebbe altro!

 

Tale presenza è a maggior ragione necessaria in un periodo come quello attuale e in una regione come il Ticino, dove quotidianamente i lavoratori subiscono gravi abusi e le condizioni di lavoro hanno subito un progressivo quanto costante degrado – purtroppo anche in settori coperti da contratti collettivi come quello delle costruzioni, dove la concorrenza tra imprese è sempre più spietata e gli effetti ribaltati sugli operai. Perché non basta sottoscrivere i contratti ma bisogna anche (e soprattutto) farli rispettare!

 

La SSIC ricorda che i controlli dovrebbero essere esercitati da organi di controllo indipendenti. Peccato però che tali organi di controllo si ritrovano spesso e volentieri tra le mani documenti abilmente contraffatti, e per ovvi motivi non sono in grado di costruire con i lavoratori quel necessario rapporto di fiducia indispensabile per intercettare abusi e violazioni contrattuali. Per non parlare poi dei clamorosi ritardi accumulati da questi gremii “indipendenti” o della loro inefficacia in tante e troppe situazioni. Basti pensare a ciò che è successo sul cantiere ferroviario del Monte Ceneri, dove solo grazie al sindacato e ad un documentato lavoro giornalistico di inchiesta è stato possibile denunciare violazioni e abusi di una gravità estrema!

 

L’obiettivo perseguito dal padronato appare chiaro: espellere le organizzazioni sindacali dai luoghi di lavoro e indebolire così la capacità di azione e di organizzazione collettiva dei lavoratori, fattori indispensabili per difendere la dignità e i diritti oggi palesemente calpestati. Perché sui luoghi di lavoro lo scontro in atto tra capitale e lavoratori è sempre più duro. E come dimostrato anche dal comunicato della SSIC, la presenza del sindacato, dei suoi delegati e dei suoi iscritti è percepita dal padronato come un freno alla sua totale e incondizionata libertà di azione. Più chiaro di così…