di Maurizio Cara, coordinatore volontari a Salonicco*
Ciò che accade a Moria è sotto i riflettori da giorni. Quello che accadrà è meno evidente, purtroppo.
Il mio punto di vista, umilmente, è che le cose non cambieranno. Molti chiedono lo spostamento in massa di queste 13.000 anime, sperando che i governi europei si attivino.
Se anche questo accadesse, spostare 13.000 persone non è uno scherzo: ci vogliono un’enorme quantità di denaro, una logistica impressionante e una preparazione alla destinazione finale che non lasci spazio ad altri problemi. Ci vorrebbero settimane intere di attività diplomatica, logistica, economica, e loro hanno bisogno di aiuto oggi. Se i paesi accoglienti non sono pronti si creerebbe solo altra sofferenza a questa gente.
Ma mettiamo che si trovino soldi e posto per tutti loro, che tutto fili liscio e che tutti arrivino a destinazione felici e contenti. Ora che facciamo con i rifugiati di Chios, Samos e quei quasi 40.000 che vivono in condizioni pessime nei campi in Grecia, moltissimi da oltre tre anni? Ditemi voi, li lasciamo lì ad arrostire al sole o a congelare in inverno? Lo scenario più probabile è che anche loro si convinceranno che l’unica maniera per avere attenzione è dare fuoco ai campi, ovviamente. Non crediate neppure per un minuto che se ne staranno lì buoni buoni a vedere altri che finalmente raggiungono la pace e loro no. Sarebbe davvero naïf.
E quelli che ancora sono in Turchia, appena dopo il confine, quei 50/70.000 profughi imprigionati tra due Stati, secondo voi che farebbero?
Erdogan rilascerebbe subito un’intervista dichiarando che se l’Europa può prendersi così facilmente i profughi di Lesbos allora la Turchia gliene manderà altri, così da alleggerire il peso sui Turchi, come fece ad inizio anno. Questo lo aiuterebbe a distrarre l’attenzione (così come la conversione di Aya Sophia e la trivellazione in acque greche) da una crisi economica devastante che sta colpendo la Turchia e gli sta facendo perdere voti. Ammettiamo anche che Erdogan rimanga silente e dormiente, ma nessuno creda che i profughi oltre confine non si butteranno immediatamente in mare per raggiungere la Grecia e Lesbos, nuovamente. E non ho fatto cenno ai rischi legati al Covid-19, di cui nessun politico vuole farsi carico.
Certo, la soluzione non è lasciarli laggiù. Non lo è mai stata. L’unica soluzione è velocizzare le pratiche per il riconoscimento, evitando attese lunghe anni, e trattandoli da esseri umani. L’unica soluzione sta nel resettare tutto il sistema di accoglienza e integrazione. Spostare solo loro, se anche fosse possibile, innescherebbe una reazione a catena di proporzioni inimmaginabili e sofferenze mostruose per tutti gli esclusi.
Questa è la porzione per il pranzo di un bambino, non importa l’età. È la stessa di un adulto. Ovviamente non invoglia, non la darei al mio cane, figuriamoci a mio figlio. Il pane sembra plastica morbida e la pasta è tiepida.
Ora accade che i bimbi che vivono nelle tende abbiano tutti diarrea e vomito – vi lascio indovinare il motivo – perciò i genitori vengono ogni giorno a chiedere cibo per i loro figli. Il latte in polvere lo consegniamo noi perché non è previsto dal menu e così abbiamo bimbi di 4, 5 e 6 anni alimentati con questo, anche se non è per niente adatto e non è sufficiente per il fabbisogno giornaliero di un bimbo in crescita. Provate ad immaginare di essere voi al loro posto e ricevere cibo che non è adatto alla vostra alimentazione, magari cous-cous e kebab, per fare un paragone con cibo che tutti conosciamo, e doverlo dare ai vostri figli di ogni età. Come genitore io impazzirei di rabbia e dolore. Non poter dare da mangiare al proprio figlio è l’incubo di ogni madre. Questo è un modo subdolo e mostruoso per far soffrire questa gente, ed è studiato a tavolino, non è casuale. Il risultato è che la gente sta così male che cerca di scappare pagando i trafficanti, soldi che alimentano le mafie di tutta la rotta balcanica, su su fino in Italia e Germania eccetera. Mafie che poi usano i soldi per aumentare le loro attività criminali in Europa. Ma i nostri politici, imperterriti e idioti, continuano a farci credere che i rifugiati siano il problema.
(*) Testo scritto il 14 settembre 2020.
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