Covid-19 e sistema immunitario

PIAZZA APERTA - Delta Geiler Caroli *

Sono grata di essere nata e cresciuta in questo paese dove il senso della responsabilità individuale è ancora molto sviluppato. 

 

E giustamente le autorità federali e cantonali vi fanno appello per il rispetto delle misure che servono a contrastare la diffusione del virus.

 

Ma c’è un ambito nel quale anche noi svizzeri tendiamo invece a delegare questa responsabilità ed è proprio quello della sanità. Eppure è noto che la medicina concorre soltanto in parte (20-30%?) a garantire la nostra salute. Altrettanto importanti sono l’ambiente, l’alimentazione, lo stile di vita, il genere di lavoro, i rapporti sociali e affettivi, ecc. Ce lo ricordava sempre il compianto professore di economia sanitaria Gianfranco Domenighetti. Perciò, ricordo en passant a proposito di casse malati, è più corretto parlare di “costi della sanità” o della medicina e non della salute.

 

Con questo non voglio negare che il coronavirus è molto contagioso e può anche uccidere, anzi, serve più protezione! Però mi chiedo: come mai ci sono persone infette asintomatiche o con un decorso molto leggero della Covid-19 e altre invece sono colpite più gravemente? A cosa è dovuta questa differenza nella risposta immunitaria?

 

Mi stupisce che le autorità non facciano appello alla nostra responsabilità individuale anche per mantenerci in salute e in particolare per rafforzare il più possibile le difese naturali che possono proteggerci da questo e da altri virus, batteri e malattie varie. Lo ha ricordato in una recente lettera anche la deputata Claudia Barella citando una serie di semplici rimedi naturali e di stili di vita salutari. E perché allora si fa leva solo sulla paura del contagio per incentivare comportamenti responsabili come la distanza fisica (e non sociale, per carità!), le mascherine, l’igiene delle mani e l’isolamento? Al momento sono misure indispensabili di protezione, però è anche noto che la paura, l’ansia e lo stress indeboliscono il sistema immunitario.

 

Mi pare lecito chiedersi quanto influisca inconsapevolmente su questo stile di gestione dell’emergenza sanitaria la mentalità della sanità privata, lobby farmaceutiche e cliniche in testa, che notoriamente per realizzare i loro utili (piuttosto lauti) sono più interessate ad avere cittadini malati (quelli cronici sono i più redditizi) piuttosto che sani. Una logica di mercato squilibrata perché il “cliente” malato ha ben poca scelta. Mi sembra un problema etico su cui converrebbe riflettere seriamente se davvero si volessero ridurre gli esorbitanti costi della sanità a medio e lungo termine.

 

Promuovere anche tutto quanto serve a rafforzare il sistema immunitario in una popolazione che invecchia, oltre alle attuali misure di precauzione, sarebbe invece il miglior investimento per proteggerci dalle malattie, Covid-19 compresa, anche a lungo termine.

 

Il nostro meccanismo di difesa è complesso come spiega bene la psico-neuro-endocrino-immunologia (nota come PNEI). Le evidenze scientifiche dimostrano che i fattori coinvolti nella costruzione di un buon sistema immunitario sono molteplici. Si può cominciare già dal modo di nascere che può favorire la formazione di un buon equilibrio batterico del microbioma (compresa la flora intestinale) da cui dipende gran parte delle nostre difese. Vi contribuisce anche l’allattamento precoce e esclusivo nei primi 6 mesi. Per questo l’UNICEF raccomanda l’immediato contatto pelle a pelle mamma-neonato dopo il parto compreso l’attaccamento al seno per nutrire il neonato col colostro, il primo latte particolarmente ricco di anticorpi protettivi. Principi che l’EOC applica, ma purtroppo anche nel campo dell’ostetricia il meccanismo della delega, la mancanza di fiducia delle donne nelle proprie capacità di gestire un evento naturale che non è una malattia, interferisce spesso con questi importanti meccanismi fisiologici: basti pensare che quasi 1/3 dei parti sono cesarei! Anche in questo ambito servirebbe dunque incentivare la responsabilità individuale per la nostra salute e quella dei nostri figli. Noi genitori (salvo rischi particolari) possiamo scegliere il modo di partorire.

 

Le autorità politiche e sanitarie possono invece scegliere un nuovo paradigma sanitario orientato alla salutogenesi anche in ostetricia per far nascere dei bimbi sani, muniti di un terreno immunitario integro che li protegga meglio dalle malattie di ogni genere, comprese quelle da Coronavirus.

 

 

 

 

* Delta Geiler Caroli

Associazione Nascere Bene Ticino