Mettete lo champagne al fresco, ma aspettate a stapparlo!

di Marco Ricca*

 

Monte Brè sopra Locarno - La vittoria è vicina, ma non ci siamo ancora arrivati. Siamo prudentemente ottimisti; le celebrazioni devono però aspettare che i promotori abbandonino le loro sinistre ambizioni.

 

Ripercorriamo i fatti: nell’estate 2018 scoprivamo un progetto faraonico e caricaturale di speculazione immobiliare a Monte Brè sopra Locarno. Monte Brè è un piccolo villaggio pacifico, in mezzo alla foresta, con una vista incredibile sul Lago Maggiore, e che ospita una popolazione di 90 anime alla ricerca di tranquillità e di silenzio.

 

Nel momento in cui lo scoprivamo, il progetto era già in fase abbastanza avanzata: i promotori avevano furtivamente comprato una ventina di parcelle, su tre zone contigue, e con delle false motivazioni. Mentre pretendevano di voler sviluppare un centro di cura minimalista e in armonia con la natura, la verità era ben diversa. La loro vera ambizione era di radere al suolo tutte le case acquistate per costruirvi al loro posto un “maxi-resort” con 3’000 metri quadrati di spa, campi da tennis, ristoranti, e oltre un centinaio di “aparthotel” – il tutto per una clientela dei paesi del Golfo ovviamente eliportata sul posto.

 

Il progetto era talmente caricaturale che molti, all’inizio, non credevano neanche che potesse essere vero. Ci sono volute la documentazione autentica dei promotori e la conferma da parte del municipio di Locarno che una tale costruzione era effettivamente possibile, perché la maggior parte delle persone cominciasse ad indignarsi sul serio.

 

L’anno scorso abbiamo lanciato un’iniziativa popolare per la modifica del piano regolatore (PR) con lo scopo di impedire una tale distruzione. Questa iniziativa ha battuto tutti i record di sostegno nella storia del Ticino. Prendendo correttamente atto di questo esercizio democratico, la città di Locarno ha introdotto a fine 2019 una misura sospensiva di salvaguardia, la “Zona di pianificazione”, che blocca qualsiasi progetto di questo tipo fino a che il PR non possa essere modificato concretamente.

 

Eppure i promotori non hanno abbandonato il loro progetto, anche se l’hanno ridimensionato. Aspettano di vedere come sarà modificato il PR prima di dichiarare forfait. Secondo i loro ultimi documenti, prevedono sempre di costruire 6’000 metri quadrati di nuove abitazioni, di cui 57 aparthotel e 17 camere d’albergo, che prevendono di vendere a 18’500 CHF al metro quadrato.

 

Anche ridimensionato in questo modo, il progetto reste chiaramente faraonico per un luogo come Monte Brè. Esso rimane il simbolo di una bolla speculativa causata dalla manipolazione monetaria, e rappresenta sempre una falsa “civiltà” che le persone istruite riconoscono come il sintomo di una mancanza evidente di gusto e di cultura.

 

Questa falsa “civiltà” – quella di Dubai e Las Vegas – privilegia l’apparenza al posto della sostanza, il debito al risparmio, il consumo alla produzione, lo spreco alla parsimonia, l’ostentazione all’umiltà, la speculazione all’investimento. È fatta di miseria e di guerra. Non è sinonimo né di progresso, di vera propria civiltà: è una barbarie in senso stretto.

 

In seno a Salva Monte Brè, abbiamo riunito delle persone provenienti da contesti socioeconomici e sensibilità politiche molto diverse. Ciò che accomuna la vasta maggioranza di noi è il principio della non-aggressione; la maggior parte riconosce il diritto di ciascuno di vivere secondo il contratto sociale che preferisce e al quale aderisce volontariamente. Non resta che convincere che il modo migliore per arrivare a questo mondo di domani è scegliere la via della decentralizzazione radicale.

 

A Monte Brè abbiamo fatto la dimostrazione che una piccola comunità può organizzarsi e affrontare sfide importanti. E questa dimostrazione, siamo più che mai motivati a continuarla.

 

 

 

 

*Marco Ricca,

coordinatore di Salva Monte Brè

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